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STEFANO PIAZZA

Le cupole a torricini cilindrici: una soluzione antisismica nella Sicilia dei secoli XVII e XVIII.

Abstract

In un territorio, come quello siciliano, ricorrentemente flagellato dagli eventi tellurici, uno dei più delicati problemi costruttivi che la civiltà architettonica di età moderna dovette affrontare fu di certo quello delle cupole su tamburo. Dopo le prime esperienze cinquecentesche, nell'ambito del cantiere della chiesa del Gesù di Palermo sembra sia stata realizzata per la prima volta una cupola impostata su un tamburo affiancato da quattro torri cilindriche. Sulla scorta dell'esempio palermitano, furono poi realizzate le cupole della chiesa di S. Angelo a Licata (1693-1700), su disegno del gesuita Angelo Italia, e quella della chiesa di San Lorenzo a Trapani (1734-36), su progetto dell'architetto Giovanni Amico che, dopo l'incoraggiante esperienza, propose una soluzione analoga per la cupola di San Pietro a Roma (1743), in occasione del dibattito apertosi dopo l'aggravarsi dei cedimenti strutturali. Intesa anche come efficace sistema "antisismico", fu in realtà bocciata dai matematici interpellati, anche perchè ritenuta non adeguata strutturalmente. Analoga soluzione fu invece sorprendentemente adottata pochi anni dopo nella cattedrale di Cordoba (1750), in Argentina, ad opera di un architetto di origine valenziana. Il contributo è stato svolto secondo un approccio interdisciplinare. L'analisi storica, rivolta alla rivisitazione delle fonti documentali, alla più chiara individuazione di autori e committenti, ai possibili canali di trasmissione delle idee e all'individuazione dei modelli iniziali (orientata anche sugli antefatti medievali siciliani, peninsulari e iberici), sarà affiancata dalle elaborazioni digitali ricostruttive dei progetti distrutti (cupola del Gesù) e non realizzati, con particolare riferimento a quello per San Pietro, allo scopo anche di fornire un modello analitico che sarà poi verificato dal punto di vista statico e antisismico, al fine di ottenere una esaustiva valutazione sull'effettiva efficacia del singolare congegno costruttivo. Il supporto delle scienze del rilievo e della rappresentazione si porrà quindi come occasione per indagare i problemi di compatibilità tra strumenti per la modellazione digitale e software per l’analisi strutturale (FEM, BEM).