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FRANCESCO PACE

Successo occupazionale e nuove forme di organizzazione del lavoro

Abstract

Quali sono le risorse fondamentali che decidono del successo e della fortuna di ogni organizzazione? Senza dubbio le persone. Per questo i processi di gestione e sviluppo delle persone meritano particolare attenzione e richiedono investimenti significativi capaci di garantire efficacia organizzativa e qualità della vita di lavoro. La psicologia delle risorse umane rappresenta un ambito disciplinare articolato, che si propone di rispondere a tutti gli interrogativi concernenti la relazione tra persone e organizzazioni dal punto di vista della realizzazione di condizioni di reciproca soddisfazione. Obiettivo del manuale è affrontare in sedici capitoli le principali questioni in gioco in tale relazione. Vengono così esaminati i problemi relativi alle azioni di reclutamento, selezione e orientamento, gli aspetti che riguardano la definizione di benefici e ricompense materiali, le modalità di valutazione delle prestazioni e di valorizzazione delle competenze e quelle che fanno riferimento al loro sviluppo attraverso la formazione e il sostegno ai percorsi di carriera. Il volume sviluppa infine alcuni temi particolarmente attuali nell’ambito della gestione delle risorse umane, come l’empowerment, il career counseling, il diversity management, la conciliazione tra lavoro e vita extraprofessionale, il management internazionale e la valutazione dei rischi psicosociali. Al fine di comprendere gli attuali scenari economici e del mercato del lavoro è sempre più importante soffermarsi su quelli che appaiono essere cambiamenti radicali nell’organizzazione del lavoro e nella segmentazione dello stesso. Si tratta di una necessaria riflessione, utile per intervenire nei fenomeni psicosociali connessi a tali cambiamenti e, laddove necessario, contenerne gli effetti. Un fondamentale presupposto di comprensione è quello che il mercato del lavoro non possa più (qualora lo sia mai stato) essere considerato univoco e lineare, e che attualmente la variabile discriminante perché esso sia equilibrato e stabile è il mantenimento di adeguati livelli di competenze dei lavoratori che lo costituiscono, poiché “le competenze determineranno in larga misura la competitività e la capacita  di stimolare l’innovazione” (Commissione europea, 2016).