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FRANCESCA PIAZZA

Retorica e post-verità: una tesi controcorrente

Abstract

Fin da quando è balzato agli onori della cronaca ed ha suscitato l’interesse degli studiosi , il fenomeno della post-verità ha ricevuto due principali interpretazioni. Alcuni hanno osservato che in esso non c’è nulla di realmente nuovo; altri, al contrario, hanno sottolineato la stretta relazione tra postmodernismo e post-verità. Come è stato di recente sostenuto da Lee McIntyre (2018: 11): «If one looks at the Oxford definition, and how all of this has played out in recent public debate, one gets the sense that post-truth is not so much a claim that truth does not exist as that facts are subordinate to our political point of view» (2018: 11, corsivo originale). Partendo da questa specifica ipotesi - la rilevanza della nozione di post-verità per la sfera pubblica e la sua specifica connotazione politica - cercheremo in primo luogo di ricostruire il più ampio contesto in cui il fenomeno della post-verità si inserisce poiché esso ci aiuterà a definire meglio la sua natura. In seguito, cercheremo di mostrare che, a differenza di quanto si potrebbe ritenere, questo contesto richiede più (e non meno) retorica.