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FABRIZIO PEPE

Estensione e ciclicità di accumuli debritici tardo-pleistocenici nei bacinidi Sibari e Corigliano (Mar Ionio): implicazioni per la tettonica recente ed attiva.

  • Autori: Morelli, D.; Ferranti, L.; Burrato, P.; Passaro, S.; Pepe, F.; Sacchi, M.; Santoro, E.; Mazzella, M.; Valenzano, G.
  • Anno di pubblicazione: 2013
  • Tipologia: eedings
  • OA Link: http://hdl.handle.net/10447/115949

Abstract

Corpi sedimentari caratterizzati da facies sismica “trasparente” di notevole spessore (sino a 35 m) sono stati documentati in più livelli della copertura tardo-pleistocenica della Piana Abissale del Mar Ionio ed interpretati come megatorbiditi innescate da megatsunami. Il più recente di questi corpi è stato posto da Autori vari, in relazione ai collassi vulcanici del Santorini o dell’Etna o al sisma distruttivo di Creta del 365 d.C. [Polonia et al., 2013]. Corpi “trasparenti” di notevole spessore (15-30 m) e estensione (> di 100 km2), sono stati segnalati anche nel Mar Ionio nord-occidentale e interpretati come accumuli debritici tardo-pleistocenici-olocenici, presumibilmente sismoindotti [Rebesco et al., 2009]. La presenza di depositi debritici in un’area interessata negli ultimi decenni da bassa sismicità ma caratterizzata da strutture attive e potenzialmente sismogenetiche, come suggerito da recenti ricerche (M~6, [Ferranti et al., pag. 110 di questo volume], ha posto le basi per un’analisi più approfondita dei caratteri degli eventi debritici segnalati e dei meccanismi di innesco. A tal fine sono stati utilizzati dati Multibeam e sismici ad alta (Sparker, 1kj) ed altissima (Chirp) risoluzione, registrati nell’ambito del Progetto “Teatioca-2010” (R/V Urania; IAMC di Napoli, Università di Napoli, Palermo e Trieste e INGV di Roma). Nel Canale Rossano-Cariati i profili sismici mostrano, coperto da una sottile (7-10 m max.) coltre, un corpo acusticamente trasparente, molto esteso (100 km2; lunghezza 25 km, larghezza 5 km), e di notevole spessore (40 m max.). La presenza di corpi con analoghi caratteri sismo-stratigrafici è confermata anche nelle aree bacinali limitrofe, separate tra loro da scarpate e alti morfologici con evidenze di movimentazioni di massa recenti e in atto. La stessa collocazione crono-stratigrafica degli ultimi depositi “debritici” nei vari settori dell’area suggerisce, come per il Mar Ionio meridionale, un meccanismo di innesco comune e a scala regionale. Le sezioni sparker evidenziano, per la porzione più recente della successione Pleistocenica, altri corpi “trasparenti”, sovrapposti in più livelli (almeno 3) e associati a strutture di fluidificazione ed estrusione interpretabili come sismiti. La ciclicità e la scala regionale degli eventi debritici analizzati (corpi trasparenti) nonché la successiva fluidificazione ed estrusione suggerirebbe un loro innesco da shaking sismico, compatibile con l’attività recente del sistema transpressivo dell’Amendolara. Bibliografia Polonia, A., Bonatti, E., Camerlenghi, A., Lucchi, G.L., Panieri, G. Gasperini, L., (2013). Mediterranean megaturbidite triggered by the AD 365 Crete earthquake and tsunami. Scientific Reports, 3, 1285, doi:10.1038/srep01285. Rebesco, M., Neagu, R.C., Cuppari, A., Muto, F., Accettella, D., Dominici, R., Cova, A., Romano, C., Caburlotto, A., (1999). Morphobathimetric analysis and evidence of submarine mass movements in the western Gulf of Taranto (Calabria margin, Ionian Sea). Inter. Jou. of Earth Sci., 98, 791-805.