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EZIO PERI

Il ruolo dei semiochimici nella gestione delle infestazioni del punteruolo rosso delle palme

  • Autori: Suma, P.; Peri, E.; La Pergola Alessandra, ; Longo, S.; Guarino, S.; Lo Bue Paolo, ; Colazza, S.
  • Anno di pubblicazione: 2016
  • Tipologia: eedings
  • OA Link: http://hdl.handle.net/10447/250673

Abstract

A distanza ormai di più di dieci anni dall’arrivo del Punteruolo rosso delle palme Rhynchophorus ferrugineus sul territorio nazionale, molteplici sono stati gli approcci tecnico-scientifici messi in atto per arginare il dilagare delle cruente infestazioni. Ad oggi, tuttavia, nessuna delle strategie di contenimento adottate è risultata funzionale e realmente efficace a contrastare l’azione distruttiva del coleottero nei confronti del patrimonio palmicolo che caratterizza l’arredo urbano e monumentale di molte città italiane. Infatti, la natura criptica del Punteruolo rosso delle palme, da un lato ha reso difficile eseguire una diagnosi precoce poiché nei primi stadi di infestazione la sintomatologia del danno è poco evidente, dall’altro ha spesso ritardato e compromesso lo sviluppo di strategie di controllo efficaci e sostenibili. Di conseguenza, in tale contesto, diventa cruciale una corretta e tempestiva diagnosi delle infestazioni dell’insetto, che attualmente rappresenta l’unica strategia in grado di massimizzare gli interventi di recupero e salvaguardia delle palme infestate. Analogamente, è necessario vagliare nuove e sostenibili strategie di intervento, in quanto in ambiente urbano risulta poco sostenibile l’uso dei trattamenti chimici, a causa delle gravi conseguenze che ne derivano in termini di impatto sull’ambiente e sulla salute e in considerazione delle drastiche restrizioni nell’applicazione di mezzi chimici in aree urbane a seguito delle recenti direttive comunitarie. In questa presentazione si vuole fare il punto delle ricerche sviluppate negli anni mirate a sfruttare le “scie chimiche” che entrano in gioco nelle relazioni trofiche tra insetto fitofago e pianta ospite, in termini di messa a punto di protocolli per la diagnosi precoce e di strategie di controllo basate sulla manipolazione del comportamento del fitofago. Nel primo caso, sono stati interessanti gli sviluppi ottenuti impiegando l’olfatto di cani appositamente addestrati al riconoscimento delle “tracce odorose” provenienti dalle palme colonizzate dall’insetto; nel secondo appaiono promettenti i risultati ottenuti con una combinazione di composti chimici attrattivi e repellenti ottimizzati per la definizione della tecnica del “push and pull”. Il presente contributo mira a tracciare una panoramica sulle suddette attività, riportandone i punti di maggior pregio e i principali aspetti limitativi.