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EMANUELE PALAZZOTTO

Il campus come parte di città. Progetti per l’Università di Palermo

Abstract

La manifestazione dei modi propri per un’Università di rapportarsi con la società si esprime anche attraverso le forme e gli spazi dei suoi luoghi; questi sono sempre luoghi particolari, dove si elaborano i pensieri e si sollecitano coscienze e riflessioni di giovani menti in formazione, e dove è possibile incidere, in maniera estremamente significativa, sull’attivazione dei processi partecipativi e di condivisione nei futuri cittadini. La natura dell’esperienza dell’abitare questi luoghi, in un periodo più o meno lungo della propria vita, segna un passaggio fondamentale nella crescita degli individui che li frequentano e nello sviluppo del loro senso di appartenenza (ad una istituzione, ad una società, ad un luogo…). È del resto un dato generalmente acquisito che i compiti dell’Università non si richiudano solo in quelli propri di un’Istituzione specialistica; essa ha infatti anche una funzione più generale, etica e morale, che è quella di fornire un contributo fondamentale al modo critico o acritico in cui un certo sistema sociale vede se stesso e si giudica: grazie alle elaborazioni culturali che anche al suo interno si definiscono, l’Università concorre all’elaborazione, spesso contraddittoria, del cosiddetto senso comune. Una piena attenzione per le condizioni qualitative del vivere l’Università e per le modalità con cui essa si rappresenta al suo interno e al suo esterno (modalità che passano attraverso l’immagine, anche simbolica, che l’Università riesce a trasmettere di sé) costituisce un fondamento ineludibile nelle operazioni di programmazione e di gestione, un alimento essenziale per il suo prosperare e una garanzia di lunga vita futura. Anche se molti di quei valori politici e culturali di rinascita e di fiducia nel futuro, che fino a qualche decennio fa potevano essere attribuiti al progetto di un’Università, si sono dimostrati incompresi, inattuati o sviliti in un triste panorama di decrescita generalizzata, l’Università mantiene tuttavia ancora oggi, come condizione della propria sopravvivenza, l’esigenza di presentarsi quale universo aperto, non autoreferenziale, servizio e specchio della città in cui s’insedia e, nel suo generare e diffondere conoscenza, saldo nucleo di riferimento culturale per il mondo della ricerca e della trasmissione del sapere collettivo. A partire da questa consapevolezza, e nei limiti di un’azione condotta dal punto di vista prevalente della progettazione architettonica, urbana e del paesaggio, il laboratorio di laurea diretto dal prof. Emanuele Palazzotto ha affrontato, negli anni 2008-2012, la riconfigurazione del ruolo urbano del campus dell'Università degli Studi di Palermo e dei suoi edifici, facendo proprio un interesse che inevitabilmente sorge spontaneo, per docenti e studenti, rispetto ai luoghi del proprio impegno quotidiano di vita e di lavoro e che, nel caso di Palermo, è ulteriormente rafforzato dalle sollecitanti particolarità dell'ambito urbano entro cui il campus insiste. L’acquisizione di coscienza sui temi problematici principali, sui nodi spaziali irrisolti e sulle possibili soluzioni non ancora sondate, ha consentito di comporre un articolato mosaico, controllato alle diverse scale e in cui la singola tessera, pur nella sua autonomia, risulta sempre funzionale al disegno complessivo, suggerendo, descrivendo e rappresentando le potenzialità latenti dei luoghi ad una comunità che questi luoghi frequenta ma che, troppo spesso, non riesce a vivere e ad abitare compiutamente.