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CONCETTA POLIZZI

Corso di psicologia dello sviluppo e dell'educazione con elementi di psicologia pediatrica

  • Autori: PERRICONE GIOVANNA, POLIZZI CONCETTA, MORALES MARIA REGINA, CAROLLO ANTONIO, ROTOLO ILENIA, CALDARELLA ROSANNA
  • Anno di pubblicazione: 2018
  • Tipologia: Monografia
  • OA Link: http://hdl.handle.net/10447/379847

Abstract

Il testo qui proposto, pur mantenendo la struttura dell’edizione precedente (2014), presenta alcune novità, non solo per quanto attiene all’inserimento di nuove parti. La scelta dei nuovi contributi, che rimandano ad argomenti di grande attualità “oggetto” del dibattito scientifico e sociale, risulta, infatti, sostenuta dall’incremento di un coinvolgimento dello psicologo nella presa in carico di condizioni di Sviluppo atipico che orientano l’interesse delle politiche sociali, sanitarie, etc.; questa scelta appare, anche, orientata dalla continuità della convinzione che gli studenti, fin dai primi anni della loro formazione professionale, vengano messi a contatto con condizioni evolutive atipiche, oltreché con problematiche di riferimento della pratica professionale, così come, della ricerca nel campo dello Sviluppo.Si tratta di scelte orientate, comunque, dalla considerazione che il profilo professionale debba sempre costituire lo sfondo dinamico di riferimento, a volte consapevolmente e dichiaratamente richiamate, altre volte silenziosamente presente, così come recitava la precedente edizione:Il testo ha l’ambizione di affrontare tutti quegli argomenti e i relativi collegamenti che costituiscono, per l’area specifica (Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione) la base di una preparazione che risulti propedeutica alla continuità/discontinuità dello studio seguente, sia sul piano della conoscenza di contenuti, che di specifiche competenze tecnico/ professionali (progettare un intervento di riabilitazione, acquisire criteri di “lettura dello sviluppo”, definire un percorso di assessment ecc.) e trasversali (relazionarsi, affrontare, ecc.) di riferimento della professione. Quest’ultima considerazione può costituire una sfida per i corsi di studio, nella misura in cui non si delega agli studi seguenti lo sviluppo di questa formazione di base, ma ci si assume la responsabilità, non sempre chiara agli studenti, di pensare e di organizzare la didattica avendo presente che il fine ultimo è quello di concorrere a quella preparazione che costruisce il profilo di Psicologo. Se è vero, infatti, che dopo il triennio, ci sarà il percorso della laurea magistrale, il tirocinio post-laurea e l’abilitazione per diventare psicologi, è pur vero che il passaggio tra questi step sarà orientato in modo più efficace in funzione delle competenze che si sono sviluppate nella laurea triennale.