“Quodammodo suburbana provincia”: immagini e contesti nelle città di Sicilia (I secolo a.C.- I secolo d.C.)
- Authors: Portale, Elisa Chiara
- Publication year: 2024
- Type: Contributo in atti di convegno pubblicato in volume
- OA Link: http://hdl.handle.net/10447/664523
Abstract
Vengono esaminati i rinvenimenti scultorei di età protoimperiale dalle colonie romane di Tindari e Siracusa, indagandone i nessi contestuali e cercando di definire il “paesaggio statuario” urbano. A Tindari, il complesso della cd. “Basilica” ha restituito un ingente ciclo giulio-claudio, implementato fino all’avanzato III secolo d.C., del quale fino a tempi recenti non è stata colta l’unitarietà e la relazione con l’insieme architettonico. Una serie di considerazioni sul contesto topografico avvalorano la datazione claudia dell’edificio e suggeriscono la sua erezione all’indomani di un grave evento distruttivo, identificabile con verosimiglianza con il terremoto che sotto Tiberio devastò la parte nord-est della Sicilia e lo Stretto, originatosi nella faglia di Tindari. Le statue erano esposte in parte nella navata centrale della “Basilica”, in parte nei sacelli sul retro dei portici della corte interna, mentre la statua di Augusto divinizzato (la più antica del ciclo) potrebbe anche essere stata eretta o ricollocata in un tempio marmoreo di cui resta qualche frustulo. A Siracusa, i rinvenimenti sono apparentemente meno coesi, ma possono essere ricondotti ad alcuni contesti significativi: il foro, con alcune statue iconiche (togati e figure femminili) a partire da età augustea, fra cui tre potrebbero appartenere ad un gruppo imperiale di età neroniana (Nerone, Britannico, forse Agrippina); un possibile santuario di Roma e Augusto nelle vicinanze, di cui restano la statua della dea Roma e una statua di flamen Augustalis (Germanico?) di età caligolea, rinvenuti in collocazione secondaria nel cd. “Ginnasio romano”; la zona d’ingresso dell’anfiteatro, da dove provengono un altare(?) con corteo di togati (disperso), e un torso loricato tipo Marte Ultore, riferibile probabilmente a Caligola; il teatro, dove un altare con figure simboliche del “mito augusteo” (Palladio e allori) “riconsacrava” l’edificio per spettacoli “nel segno” del fondatore della colonia. Si riconosce un addensamento di testimonianze nell’età di Caligola, in relazione con la visita dell’imperatore e le correlate attività di grande impatto simbolico (ricostruzione di templi e mura, ludi astici nel teatro).