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ELISA CHIARA PORTALE

“Per una rilettura del II stile a Solunto”

Abstract

Si riconsiderano puntualmente classificazione, cronologia e funzione del II stile a Solunto, sinora esaminati puntando esclusivamente l'attenzione su aspetti tipologici (Beyen 1938, de Vos 1975, Barbet 1985, Greco 1997). L'esame dei sistemi semplificati fa riferire a fine II stile alcuni interventi nel “Ginnasio” e nella “casa di Leda” (con ulteriore fase di IV stile), che alterano bruscamente il pretenzioso allestimento tardoellenistico originario e vanno perciò intesi in maniera assai differente rispetto ad altre, più precoci, manifestazioni soluntine del II stile, di tono piuttosto ricercato, volte a modernizzare apparati decorativi preesistenti. Tale il caso dei rifacimenti nel II stile “a parete chiusa”, effettuati nel 70-50 ca. a.C., nella “casa delle Ghirlande” immediatamente a N dell'agorà, con limitato inserimento di figure statuarie e motivi architettonici prospettici(?), e nella più appartata “casa del Cerchio in mosaico” (ambiente con ortostati e lesene paratattici con ghirlande), con parziali affinità con le pitture della "casa delle Maschere". Queste ultime rappresentano non solo la testimonianza più importante del II stile a Solunto ma anche una delle più significative fuori dall'ambiente pompeiano e romano-urbano. Già considerate di stadio IA nella monografia di riferimento del Beyen, poi valutate come antecedenti del II stile, o datate al 70-50 a.C., ad un esame più accurato esse possono ascriversi alla fase IB e agli anni 70-60 a.C., mostrando caratteri “romani” assai forti, nonostante i festoni polykarpoi di spiccato sapore ellenistico e di eccellente qualità, nell'articolazione della parete sottolineante (nella zona mediana) le partizioni del triclinio. Il dato più interessante emerso dalla revisione, finora mai tentata, del contesto architettonico, sembra in effetti il riconoscimento di un complesso triclinio-oeci decorato in II stile e con elaborati pavimenti musivi, secondo i modelli più moderni influenzati dall'architettura residenziale delle ville, cui si accompagna la diffusione del II stile più avanzato. Una tale suite di tipo "pompeiano", decorata oltre che dal sistema più austero a "parete chiusa" con festoni e paraphernalia dionisiaci, noto da fine '800, anche da un più complesso sistema con columnae caelatae, festoni e maschere, mostra nel suo impianto e nella sua organizzazione planimetrico-decorativa l'adesione ad una nuova istanza alla fruizione formalizzata degli spazi di rappresentanza, maturata in ambito romano-campano. L'ubicazione periferica della casa e la sua ristrutturazione secondo ideali della Pompei post-sillana suggeriscono che il proprietario esprimesse un'affiliazione culturale diversa, più smaccatamente "romana", risperto all'aristocratico ideale ellenistico dei concittadini della parte centrale di Solunto, nella stessa fase piuttosto propensi a mantenere come segno di prestigio e distinzione sociale i modelli introdotti nel II secolo, che solo dopo la svolta augustea subiranno, nelle dimore più importanti, alterazioni peraltro - come accennato - non rispettose degli equilibri ornamentali originari e perciò segno di una qualche frattura, nella proprietà o nei suoi valori.