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ANTONIETTA PROVENZA

Musica, catarsi ed eunomía. I Pitagorici in Magna Grecia e l'uso terapeutico del peana.

  • Autori: Provenza, A
  • Anno di pubblicazione: 2011
  • Tipologia: Capitolo o Saggio (Capitolo o saggio)
  • Parole Chiave: Musica; catarsi; Pitagorici; peana.
  • OA Link: http://hdl.handle.net/10447/62052

Abstract

Accanto allo sviluppo del pensiero filosofico-scientifico e al sorgere di nuovi ordinamenti politici in diverse poleis, la presenza delle comunità pitagoriche in Magna Grecia sembra aver dato impulso anche a livello religioso -ad esempio, con l’affermarsi del culto di Apollo- e musicale. A tale riguardo, si propone una riflessione sulla musicoterapia presso i Pitagorici antichi, e in particolare sull’uso da parte loro del peana, come emerge ad esempio nella Vita Pythagorica di Giamblico (§ 110: la catarsi “primaverile” di gruppo) e nella Vita Pythagorae di Porfirio (§ 32). Il peana, che nella tradizione appare rivolto soprattutto a calmare l’ira (in particolare quella divina, come emerge dalla prima attestazione letteraria del termine in Il. I, 473, παιήονα), sembra rivelarsi in generale efficace in casi di agitazione psichica e scompostezza del comportamento. Importanti spunti a questo riguardo sono offerti da una testimonianza della Historia mirabilis di Apollonio il paradossografo (§ 40 = Aristox. fr. 117 Wehrli), in cui si riferisce che Aristosseno avrebbe narrato in un bios del ditirambografo Teleste di una strana forma di ekstasis delle donne di Locri e di Reggio, che, quando udivano qualcuno chiamarle mentre pranzavano, si precipitavano correndo fuori dalle mura della città. L’oracolo consigliò allora di “intonare dodici peani primaverili al giorno per sessanta giorni”, così che questo episodio costituirebbe l’αἴτιον dell’esistenza di una importante tradizione peanografica in Magna Grecia. L’analisi del contesto sociale e religioso di questa testimonianza, unitamente alle altre sui Pitagorici, può offrire elementi interessanti sia riguardo al peana (per quanto concerne la sua connessione col culto di Apollo e con la catarsi rituale, la sua diffusione geografica -in particolare in ambito dorico- ed ai suoi contesti d’uso), sia riguardo ad una riflessione su follia e musica.