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ROSARIO NOBILE

Tra Tardogotico e Rinascimento: Palermo e la Sicilia occidentale

  • Autori: Nobile, R
  • Anno di pubblicazione: 2008
  • Tipologia: Articolo in rivista (Articolo in rivista)
  • Parole Chiave: Architettura, Tardogotico, Rinascimento, Palermo
  • OA Link: http://hdl.handle.net/10447/43066

Abstract

A partire dalla seconda metà del XV secolo, l'approdo a Palermo di scultori di formazione toscana comporta un riequilibrio dei rapporti di forza nel cantiere di architettura. Agli scultori (marmorari) si chiede sempre più spesso l'esecuzione di altari, porte, finestre, colonne che sfrut¬tano un linguaggio all'antica. La formazione di corporazioni professionali (nel 1487) può essere letta come una efficace replica del mondo gotico alle pressioni del classicismo; contemporaneamente l'attività e il successo in Sicilia occidentale di importanti maestri (Carnilivari, Casada, Belguardo) confermano la vitalità dell'ultimo gotico e la sua capacità di confrontarsi e intrecciarsi con la storia e le tradizioni locali. Non sono comunque assenti molteplici locali tentativi di emulazione nei confronti del lin¬guaggio rinascimentale; dal terzo decennio del XVI secolo, questa influenza si moltiplica per le continue richieste della committenza. Mentre le scelte operate dagli ultimi maestri della tradi¬zione si evolvono in termini di decantazione del linguaggio, sintetismo, razionalità ed effica¬cia costruttiva, nuove costruzioni (moderatamente all'antica) prendono dichiaratamente spunto da progetti e polemiche avviate in cantieri gotici. È il caso delle chiese colonnari, realizzate a Palermo nel primo Cinquecento (in buona parte avviate in risposta al cantiere di Santa Maria della Catena), ma anche di altri episodi significativi del tempo.