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ROSARIO NOBILE

ARCHITETTURA E COSTRUZIONE IN ITALIA MERIDIONALE (XVI-XVII SEC.)

Abstract

La ricerca presentata in questo volume intende tenere a qualche distanza il paradigma centro-periferia, o quello speculare della lingua e dei dialetti, che, con altri termini e pur dando dignità agli “sconfitti”, riconfermano e sclerotizzano la distanza tra centri egemonici e luoghi della ricezione e della traduzione. In che misura la produzione artistica del Meridione (di certo Meridione, naturalmente) nel Cinquecento è ascrivibile ad una categoria fissata una volta per tutte? Vale ancora questo parametro per le ricerche di natura costruttiva o per la pratica della stereotomia? Forse la permeabilità o l’indifferenza a determinate conquiste (quelle che oggi, dopo Vasari e dopo un secolo di studi sovente caratterizzati da un’intransigenza superiore a quella di Vasari, consideriamo tali) partono da ragioni diverse da quelle che suppongono una differenza strutturale. La distanza è soprattutto misurabile a partire dalle esiguità delle ricerche, dalla differenza quantitativa di fonti e di documentazione reperibile, non ultimo, è drasticamente condizionata dallo stato attuale delle architetture. In Sicilia, come a Napoli o in Puglia, quasi sempre i monumenti del Cinquecento sono complicati palinsesti da decifrare. Forse va tenuta in considerazione l’esistenza di un costante e larvato scetticismo per l’armonia e l’assenza di fedeltà a disegni duraturi; si tratta spesso di opere dove la sacralità del progetto iniziale, dell’istante in cui sono state concepite non ha inibito le modifiche, le aggiunte, le mutazioni