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CARLA NEGRI

Il principio, gli strumenti e le sedi della leale collaborazione nell’ordinamento italiano, con particolare riguardo ai rapporti Stato-Regioni, prima e dopo la riforma del Titolo V della Costituzione.

Abstract

Il presente lavoro è diretto all’analisi del principio di leale collaborazione nei rapporti fra lo Stato e le regioni, attraverso l’individuazione delle principali tappe che hanno caratterizzato l’evoluzione di tale istituto nell’ordinamento italiano: dalla sua affermazione in via giurisprudenziale, alla sua formalizzazione normativa e alla sua costituzionalizzazione ad opera della legge n. 3 del 2001, al fine di cogliere la sostanza, la natura, il contenuto e, infine, la portata che il principio in esame ha assunto e, attualmente, assume nei rapporti fra tali enti. Si tratta di un istituto variegato e complesso che è stato oggetto di studi in dottrina, sotto diversi profili, e di svariate pronunce della Corte costituzionale, che si è cercato di razionalizzare e sistematizzare. È apparso utile, anche, evidenziare gli ambiti materiali in cui esso più frequentemente opera, e le connessioni di tale principio con gli altri principi e strumenti di raccordo previsti nella Carta costituzionale, che lo stesso mira a definire attuandone i valori e condizionandone l’esercizio e la loro attuazione. Sono stati esaminati, inoltre, gli strumenti della leale collaborazione, con particolare riguardo a quello dell’intesa, e le sedi in cui essi trovano applicazione. Infine è stato esaminato il principio di leale cooperazione nei rapporti fra gli Stati membri e l’Unione europea, sotto il profilo del suo contenuto, della sua portata e della sua recente costituzionalizzazione.