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MARILENA MACALUSO

Dal 15M al 24M: il maggio spagnolo da Democracia Real Ya (DRY) a Podemos

Abstract

Gli elementi che indignarono gli aderenti al movimento del 15M erano connessi alla politica dettata dall’austerity, alla disoccupazione record, alla precarizzazione dei giovani con l’incremento dei contratti a termine, alle misure di ristrutturazione e riduzione dello Stato sociale, attuate allora dal Governo Zapatero su pressione di BCE e FMI, e appoggiate dal Partito Popolare. Un forte sdegno investiva inoltre una classe politica percepita come altamente corrotta in un Paese in crisi (nel 2009 – c’erano stati ben 730 processi pendenti a carico di amministratori pubblici, con il primato del PSOE con 264 casi di corruzione aperti, seguito dai 200 casi del PP). Già nel giugno 2011 si assiste ad una europeizzazione della protesta e ad una diversificazione della base sociale e generazionale del movimento. I problemi denunciati si acuiscono con il governo Rajoy. Sotto accusa è la scarsa credibilità della classe politica, asservita alle politiche imposte dai centri decisionali del capitalismo internazionale che di fatto rendono omogenee le scelte di maggioranza e opposizione. Proprio nel rivendicare la possibilità di operare scelte differenti, proponendo nuovi modelli, sta la ragion d’essere di Podemos che aspira a interrompere il processo di degrado che attraversa la democrazia rappresentativa attraverso l’introduzione di forme di democrazia partecipativa e deliberativa, contro il bipartitismo dei maggiori partiti accusati di avere “sequestrato la democrazia”. Il percorso partito dalla manifestazione a Puerta del Sol del 15 maggio 2011, dal presidio permanente (Acampada) alla rete nazionale di Democracia Real Ya, si sviluppa nella scelta di competere alle europee con un proprio partito, arrivando ai primi successi elettorali di Podemos, sino ai consensi alle amministrative del 24M. Il paper si interrogherà sulle modalità del processo di istituzionalizzazione del movimento spagnolo, sul suo percorso di trasformazione organizzativa (con un particolare focus sui processi decisionali adottati) e programmatica, sull’evoluzione delle priorità politiche, sulla formulazione dei discorsi rivolti all’elettorato e sul tipo di comunicazione adottata, sugli elementi distintivi che ne mantengono l’identità anche dopo la problematica scelta delle alleanze, sulle analogie e le differenze rispetto al tradizionale discorso culturale della sinistra. Si tenterà infine di comparare quanto sta accadendo in Spagna con un più generale processo di cambiamento che sta investendo movimenti e partiti negli altri Paesi europei.