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GIUSEPPE MULE'

Relazioni tra stiffness aortica ed indice di resistenza intrarenale nell’ipertensione arteriosa

  • Autori: Geraci, C; Mulè, G; Geraci, G; Mogavero, M; D’Ignoto, F; Cottone, S; Cerasola, G
  • Anno di pubblicazione: 2012
  • Tipologia: Articolo in rivista (Articolo in rivista)
  • OA Link: http://hdl.handle.net/10447/77442

Abstract

Per molti anni lo studio mediante eco-color-doppler dei parametri semiquantitativi emodinamici renali è stato utilizzato per rilevare le alterazioni della perfusione del rene trapiantato, per la diagnosi della stenosi dell’arteria renale o per valutare la progressione di alcune nefropatie. Più recentemente è stato osservato che tali parametri, ed in particolare l’indice di resistenza intrarenale (IR), non sono soltanto espressione della perfusione parenchimale, ma sono associati anche ad alterazioni morfo-funzionali sistemiche dell’albero vascolare. Vari studi hanno dimostrato come la stiffness aortica vada aumentando con il progressivo deterioramento della funzione renale. Tuttavia, dati contrastanti esistono in letteratura sull’esistenza di una relazione indipendente tra rigidità aortica e IR . L’obiettivo del nostro studio è stato quello di valutare, in soggetti ipertesi (con e senza compromissione della funzione renale), la relazione tra RRI e stiffness arteriosa valutata mediante velocità dell’onda sfigmica (PWV) aortica. Sono stati arruolati soggetti di età compresa tra i 30 e i 70 anni con valori pressori > 140/90 mmHg o già in trattamento con farmaci antipertensivi. Sono stati distinti 2 gruppi, uno con normale funzione renale (n =140) e uno con malattia renale cronica (CKD) I-IV stadio (n=124). La PWV aortica è stata misurata mediante metodica oscillometrica automatica computerizzata, (Arteriograph). Il GFR è stato stimato mediante l’equazione CKD-EPI. L’esame eco-doppler delle arterie renali è stato eseguito da un singolo operatore mediante apparecchio GE Logiq P5 PRO con un trasduttore di 4 MHz, funzionante a 2.5 MHz per l’analisi doppler. I segnali Doppler sono stati ottenuti ponendo il volume campione in corrispondenza delle arterie interlobari a livello della giunzione cortico-midollare. L’IR [(VPS-VTD)/VPS] è stato calcolato come media di sei misurazioni (tre da ciascun rene). I pazienti con PWV > 12 m/sec hanno mostrato valori di IR più elevati sia nella totalità della popolazione studiata (p < 0.001), sia nei sottogruppi con e senza CKD (in entrambi i casi p < 0.01). Inoltre, una correlazione diretta e statisticamente significativa è stata osservata tra PWV aortica e IR sia nell’intera popolazione studiata (r = 0.38; p < 0001) che nei sottogruppi con (r = 0.35; p < 0.001) e senza CKD (r = 0.31; p < 0.001). Tali correlazioni sono rimaste statisticamente significative anche dopo correzione per vari fattori confondenti come l’età, il sesso, la pressione arteriosa media, il BMI, il trattamento farmacologico antipertensivo, il GFR stimato. I nostri risultati, evidenziando una stretta correlazione tra IR renale e PWV aortica, sembrano confermare che l’IR, al di là di un suo valore prognostico prettamente renale, può essere considerato una “spia” di alterazioni vascolari sistemiche.