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GIOVANNI MARRONE

Semiotica marcata: frammenti di un manifesto

Abstract

Da un primo calcolo approssimativo, incrociando gli scritti raccolti nella biblioteca personale con gli elenchi presenti nel suo sito, le bibliografi e qui e là, le informazioni sparse del web, le indicazioni di amici e colleghi nonché le memorie personali, il numero degli scritti di Paolo Fabbri – fra libri, saggi, articoli, introduzioni, postfazioni, curatele, interviste e traduzioni – su pera i 500 titoli. E, portando avanti l’esplorazione, tale numero è sicuramente destinato ad aumentare. Per un presunto abbas agraphicus non c’è male: immagine romanzata di un intellettua le che tocca forse rivedere, non tanto per ragioni di quantità ma per la profondità di pensiero e la forza retorica di questa mole di testi che Fabbri – intellettuale critico e semiologo fra i più avveduti a cavallo fra Novecento e Terzo millennio – ci ha lasciato in eredità. E che ci tocca, con irrinunciabile rigore e passion diligente, cominciare a spiegare, articolandola al suo interno, per comprenderla meglio.