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PATRIZIA LENDINARA

Santi, apostoli e patroni. Storie di agiografia e di potere nell’Inghilterra anglosassone

Abstract

L’agiografia è un potente veicolo di propaganda e i testi agiografici medievali forniscono una chiave di lettura anche riguardo ai temi dell’etnia e dell’identità dei popoli germanici. Per quanto riguarda il mondo germanico riveste particolare rilievo il culto di quei santi che appaiono più strettamente legati alle formazioni politiche che vanno emergendo in Europa occidentale. Si tratta di culti sostenuti dalle autorità non solo ecclesiastiche ma anche e soprattutto civili, dai sovrani e dai loro entourage. Non si tratta in ogni caso di movimenti prodromici alla affermazione di culti sovraregionali o all’introduzione del concetto di patrono nel senso pieno del termine. I casi presi in esame riguardano santi la cui venerazione esula dallo stretto localismo che spesso connota i culti medievali e sono legati anche alla venerazione per gli apostoli e al titolo – eminentissimo – di apostolo conferito a un santo che ha promosso o svolto azioni di evangelizzazione su larga o piccola scala. Il titolo di apostolo conferito a un santo assume più di una valenza e diventa strumento di affermazione di una élite politica strettamente legata a quella religiosa. Fattori di ordine politico determinano la fortuna del culto, ma possono anche ostacolarlo, come nel caso di Agostino, inviato da papa Gregorio in Britannia e giunto nell’isola nel 597. La vicenda del culto di Agostino, che non riesce mai a decollare, nonostante una moderata fortuna goduta a partire dall’VIII sec. e un certo successo alla fine del periodo anglosassone con un culmine all’indomani della Conquista Normanna riflette le preoccupazioni e le ‘costruzioni’ medievali riguardo a lingua, etnia e società.