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FABIO MASSIMO LO VERDE

Sport and Quality of Life

Abstract

Negli ultimi trent’anni lo sport ha assunto un significato molto rilevante nella vita delle persone e, seppure con notevoli differenze, sia nei paesi a sviluppo economico avanzato, sia in quelli in via di sviluppo. A livello individuale, esso ha costituito un’area di investimento identitario quando ha assunto la forma di sport spettacolo del quale fruire, alimentando la pratica del tifo e il fandom o costituendo il modello di uno stile di vita vincente; ma anche quando ha assunto la forma di pratica del tempo libero attraverso la quale tenersi in forma, facendo crescere, in questo caso, la diffusione di una cultura della salute e del benessere. Si tratta di due modalità di approcciare al consumo di sport, da spettatori e da attori e le due modalità di fruizione possono essere fortemente in relazione rispetto alla percezione e alla valutazione della qualità della vita. Gli universi semantici che però connotano lo sport spettacolo e la pratica sportiva nel tempo libero sono apparsi spesso polarizzati. Il commercial sport e il professionismo sportivo sono intrecciati con le istituzioni dell’economia, della politica e della cultura che ne stressano soprattutto la spettacolarità al fine di catturare, in primo luogo, audience. Ma anche la pratica sportiva del tempo libero si intreccia con le azioni delle istituzioni dell’economia, della politica e della cultura, con la differenza che queste ne stressano soprattutto la valenza salutare, finalizzata all’investimento sano e razionale del tempo in un’attività che migliora la qualità della vita nel breve, medio e lungo termine. Questa polarizzazione fra consumo di sport spettacolo – il commercial sport - e consumo di sport come attività del tempo libero - lo sport for all - si è via via sempre più interconnessa proprio in ragione della aumentata domanda identitaria collettiva via sport. Abbiamo cioè assistito alla diffusione di forme di spettacolo sportivo che richiamano l’importanza dell’attività sportiva per il benessere psicofisico, per l’integrazione e la partecipazione sociale, per la riduzione delle differenze e delle diseguaglianze e in cui si depotenziava l’importanza assunta nello spettacolo dall’agonismo, dalla competizione, dal confronto fisico fra due contendenti o due squadre. Uno sport in cui si agisce con i competitors oltre che contro i competitors. E, d’altra parte, abbiamo via via assistito alla spettacolarizzazione della pratica sportiva nel tempo libero, al punto che la condivisione dei risultati, ottenuti attraverso la declinazione di un agonismo che si presenta come diretto non più contro altri contendenti, ma contro i propri limiti performativi, è diventata la modalità attraverso cui ciascuno spettacolarizza una parte della propria vita, quella che ritiene spesso più autentica. L’obiettivo di questo lavoro è quello di descrivere come gli intrecci fra la dimensione commerciale/professionistica dello spettacolo sportivo e la dimensione ludico/ricreativa della pratica sportiva siano alimentati da una domanda e da un’offerta di identità sociale che caratterizza questi due universi semantici.