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ATTILIO IGNAZIO LO MONTE

Il trattamento medico e chirurgico nei pazienti affetti da iperparatiroidismo secondario e terziario. Revisione della letteratura

  • Authors: Cocchiara, G.; Fazzotta, S.; Palumbo, V.D.; Damiano, G.; Cajozzo, M.; Maione, C; Buscemi, S.; Spinelli, G.; Ficarella, S.; Maffongelli, A.; Caternicchia, F.; Lo Monte, A.I.; Buscemi, G
  • Publication year: 2017
  • Type: Articolo in rivista (Articolo in rivista)
  • OA Link: http://hdl.handle.net/10447/226615

Abstract

Introduzione: L’iperparatiroidismo è un’alterazione fisiopatologica della secrezione di paratormone dovuta o da un rilascio autonomo e anomalo (iperparatiroidismo primario o terziario) da parte delle paratiroidi o da un’alterazione dell’omeostasi del calcio che stimola l’eccessiva produzione di paratormone (iperparatiroidismo secondario). Obiettivi: Il trattamento clinico dell’iperparatiroidismo secondario o terziario non è univoco. Sorge pertanto la necessità di una revisione delle attuali metodiche diagnostico-terapeutiche. Discussione: Nell’iperparatiroidismo secondario (2HPT) si ha una progressiva iperplasia delle paratiroidi e un incremento della produzione di paratormone. Tra le cause sono annoverate l’insufficienza renale cronica, la carenza di vitamina D, la sindrome da malassorbimento. L’iperparatiroidismo terziario (3HPT) è attualmente considerato uno stato di eccessiva secrezione autonoma di PTH a causa di un’2HPT di lunga data ed è di solito il risultato di una mancata soppressione della produzione di PTH. Le implicazioni fisiopatologiche sono sia di tipo scheletrico che extrascheletrico a carico dell’apparato cardiovascolare, del sistema nervoso, immunitario, emopoietico ed endocrino. Negli ultimi anni grazie all’introduzione di nuovi farmaci che consentono di ottenere una efficace inibizione della sintesi del paratormone si è avuto un miglioramento della sopravvivenza di questi pazienti. Nei casi di 2HPT e 3HPT che non rispondono a terapia medica i pazienti devono essere avviati all’intervento chirurgico. Conclusioni. Non ci sono ampi studi prospettici che confrontino il trattamento medico e chirurgico, la scelta quindi non risulta univoca e bisogna quindi tener conto del singolo caso e delle condizioni cliniche del paziente.