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GAETANO GUCCIARDO

Danilo Dolci e la Sicilia dello spreco

Abstract

Due cose colpirono Dolci appena giunto in Sicilia: lo spreco e il fatalismo. E la soluzione che invocò non erano finanziamenti ma mobilitazione collettiva, quello che all'epoca si chiamava “sviluppo di comunità”. Nel 1960 Dolci pubblica Spreco e organizza il convegno di Palma di Montechiaro che, grazie all'adesione di decine di intellettuali, artisti e scienziati di tutto il mondo, denuncia all'opinione pubblica le condizioni di miseria nelle quali versa la popolazione di certi comuni del Mezzogiorno. Una legge speciale assicurò finanziamenti a sostegno di progetti per lo sviluppo di Palma ma quello che arrivò fu il boom economico dei consumi privati, non lo sviluppo di comunità. Sono quelli gli anni in cui la Sicilia si avvia verso la propria modernizzazione “frantumata”: stili di vita e consumi privati moderni, cui non corrisponde la modernizzazione dei comportamenti della sfera pubblica. Sembra che la Sicilia continui a modernizzarsi non contro la mafia, il clientelismo, la truffa ai danni dello stato, l’illegalità diffusa ma in perversa armonia con queste manifestazioni di drammatica carenza di comunità civica.