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CATERINA MARIA GENNA

Il concetto di infinito nel contesto del rinascimento scientifico

Abstract

Superando il luogo comune di un Rinascimento che si esaurisce alla fine del XVI secolo, per mettere a fuoco la cosiddetta ‘rivoluzione scientifica’ occorre ripercorrere anche il segmento temporale e tematico del XVII secolo. In particolare, è necessario soffermare l’attenzione sul periodo storico che dall’opera De revolutionibus orbium coelestium (1543) di Niccolò Copernico, passando attraverso Il Saggiatore (1623) di Galileo Galilei, conduce ai Philosophiae naturalis principia mathematica (1687) di Isaac Newton. In tal modo, il Seicento potrebbe essere considerato come il ‘secolo d’oro’ del ‘Rinascimento scientifico’, posto in relazione con il periodo tradizionale dell’Umanesimo. In questo nuovo contesto di ‘rinascita’ scientifico-culturale risulta centrale l’elaborazione della parola chiave «infinito», che abbraccia e pone a confronto sia l’ambito della filosofia che quello della scienza. In particolare prende corpo la distinzione tra «infinito attuale» e «infinito potenziale», che troverà un’adeguata definizione nella matematica contemporanea con Frege, Cantor e Russell e, più in generale, nella teoria degli insiemi.