1° Convegno Nazionale Alberi Monumentali - Conoscenza, Conservazione, Valorizzazione - Riassunti Relazioni e Poster
- Autori: Schicchi, R; Amato, F; Geraci, A; Bazan, G.
- Anno di pubblicazione: 2016
- Tipologia: Curatela
- OA Link: http://hdl.handle.net/10447/219185
Abstract
Dal 18 al 19 giugno 2016, nei territori del Parco dei Nebrodi (Santo Stefano di Camastra) e del Parco delle Madonie (Castelbuono), è stato organizzato il primo convegno nazionale sugli alberi monumentali. Il convegno è stato promosso dal Parco dei Nebrodi, dall’Università di Palermo (C.I.R.I.T.A. e Dipartimento SAF), dal Parco delle Madonie, dal Dipartimento Regionale dello Sviluppo Rurale e Territoriale, dalla Fondazione Ecosistemi - Roma, da D.B.I. srl Bagheria, dal GAL Natiblei, dall’Istituto Idimed e dal Corpo Forestale della Regione Siciliana. Il convegno è stato rivolto in particolar modo agli studiosi del settore, ai tecnici (agronomi, forestali, architetti, biologi, naturalisti, ecc.), ai gestori di aree protette, agli amministratori e tecnici degli enti pubblici, agli studenti universitari e ai tantissimi appassionati presenti in Italia, veri e propri “paladini” degli alberi monumentali”. Il convegno, svoltosi all’indomani dei numerosi incendi che hanno messo a ferro e fuoco la Sicilia mandando in fumo circa 5.600 ettari di bosco e macchia mediterranea, è stato aperto dal Dott. Giuseppe Antoci, Presidente del Parco dei Nebrodi e di Federparchi Sicilia che, nella splendida cornice di Palazzo Trabia a Santo Stefano di Camastra, ha invitato i presenti a osservare un minuto di silenzio per ricordare il grave scempio ambientale subito e ha sottolineato che “gli alberi monumentali e la biodiversità di cui è piena la Sicilia e che il mondo intero ci invidia, non sarà mai patrimonio della gentaglia che la brucia ma del futuro dei nostri figli e delle generazioni che verranno, sicuri di vincere insieme la partita nel nome dell'Ambiente, dello Sviluppo e della Legalità”. All’intervento di apertura sono seguiti i saluti istituzionali del Sindaco di Santo Stefano di Camastra, Francesco Re, del prof. Paolo Inglese, in rappresentanza del Rettore dell’Università di Palermo e del Dr. Guido Carpani, capo di Gabinetto del Ministero dell’Ambiente. Sono iniziate, quindi, le sessioni tematiche coordinate dai prof. Rosario Schicchi e Giuseppe Barbera del Dipartimento di Scienze Agrarie e Forestali di Palermo in cui sono state analizzate diverse problematiche concernenti la conoscenza, la conservazione e la valorizzazione degli alberi monumentali, con particolare riferimento alle modalità di censimento, alla multifunzionalità ecologica e culturale, alla dendrocronologia, alla fitopatologia, agli interventi di conservazione e valorizzazione ecoturistica, nonché alla normativa in ambito regionale e nazionale. Particolare attenzione è stata riservata allo stato di attuazione della legge 10/2013 e alle criticità riscontrate nella sua applicazione. La seconda parte del convegno si è tenuta domenica 19 giugno a Castelbuono, nei locali del Museo Naturalistico Francesco Minà Palumbo. Hanno accolto i partecipanti il Sindaco della cittadina madonita, Antonio Tumminello, il Presidente del Parco delle Madonie, Angelo Pizzuto, il Sen. Bartolo Fazio dell’Istituto Idimed e il Presidente Antoci. I lavori scientifici sono proseguiti attraverso due tavole rotonde coordinate rispettivamente da Giampiero Sammuri, Presidente Nazionale di Federparchi e da Francesca Cerami, Direttore Idimed. Le conclusioni sono state affidate all’On. Mariella Maggio, Presidente della Commissione Ambiente e Territorio della Regione Siciliana. Nelle mattinate di sabato e di domenica, i partecipanti hanno avuto la possibilità di visitare gli straordinari olivi monumentali di Pettineo (Nebrodi), la cui origine si perde nella proverbiale “notte dei tempi”, e gli agrifogli giganti di Piano Pomo (Madonie) dove, grazie a un particolare fenomeno naturale noto come innesto per approssimazione, i fusti di diversi individui vicini si uniscono assumendo forme e dimensioni inusuali.Nel corso del convegno è emersa sempre più forte la consapevolezza che gli alberi monumentali rappresentano, per il territ