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CINZIA FERRARA

Sistemi di identità visiva per i luoghi della cultura

Abstract

Si potrebbero ricostruire le storie delle cose anche solo ripercorrendo le trasformazioni delle parole che le contraddistinguono, le quali, avvicendandosi, custodiscono ben più di quello che lasciano trasparire dal semplice accostamento di una serie di glifi, a cui corrispondono suoni, segni e significati. Così i passaggi non semplici dalla generica definizione cose d’interesse artistico e storico, come viene riportato nella longeva legge 1° giugno 1939, n. 1089, conosciuta come legge Bottai dal nome del suo relatore20, che è considerata fondamentale in materia di tutela (oggi confluita nel Testo Unico dei beni culturali, D. lgs. 29 ottobre 1999, n. 490), alla definizione più precisa e circostanziata di beni culturali, come riportato per la prima volta nella Convenzione dell’Aja del 1954 (per la protezione dei beni culturali materiali in caso di conflitto armato) e poi nella Convenzione di Parigi del 2003 (per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale) [...].