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CINZIA FERRARA

Mappe per disegnare la geografia dei luoghi della cultura materiale e immateriale in Sicilia

Abstract

Premessa. Racconti, mappe, infografiche In quell’impero, l’arte della cartografia giunse ad una tal perfezione che la mappa di una sola provincia occupava tutta una città, e la mappa dell’impero tutta una provincia. Col tempo, queste mappe smisurate non bastarono più. I collegi dei cartografi fecero una mappa dell’impero che aveva l’immensità dell’impero e coincideva perfettamente con esso. Ma le generazioni seguenti, meno portate allo studio della cartografia, pensarono che questa mappa enorme era inutile e non senza empietà la abbandonarono alle inclemenze del Sole e degli inverni. Nei deserti dell’ovest sopravvivono lacerate rovine della mappa, abitate da animali e mendichi; in tutto il paese non c’è altra reliquia delle discipline geografiche1. Il racconto di Borges nella sua surreale narrativa, descrive un paradosso che è quello di rappresentare un territorio adoperando una dimensione della mappa che è pari alle dimensioni del territorio stesso, un paradosso per l’appunto, il cui lo scopo è quello di sottolineare la relazione sempre più stringente, che esiste tra la geografia di un luogo e la sua rappresentazione, laddove questa nel corso dei tempi si è andata sempre più affinando grazie all’uso di tecnologie e strumentazioni di rilevamento sempre più dettagliati e capaci di riprodurre fedelmente lo stato di fatto.