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ROBERTA TERESA DI ROSA

Ascoltando un'isola: generazioni, comunità e mediazione a Lampedusa

Abstract

Da gennaio 2016 a maggio 2018 è stato realizzato il progetto “Sfida educativa e rapporti tra generazioni a Lampedusa” grazie al sostegno offerto dalla Fondazione San Zeno onlus attraverso il premio “Promo.s.so 2015”. L’obiettivo generale è stato quello di migliorare la convivenza, comporre i conflitti tra singoli, gruppi, istituzioni, promuovere le risorse specifiche del contesto individuato, attraverso la pratica della mediazione relazionale. Nel corso del progetto si è lavorato su più livelli sia con i giobani che con gli adulti educatori. Per quanto riguarda i giovani, hanno potuto sperimentare, in una diversa relazione con adulti educatori, l’essere convolti ed attivati con una modalità nuova e a loro familiare, quella del linguaggio video, grazie alla quale sono riusciti a raccontarsi in modo originale e creativo. In più, hanno maturato nel corso degli incontri seguenti anche la consapevolezza della loro efficacia comunicativa e della possibilità costruttiva dell’esprimere i propri bisogni e di confrontarsi con il mondo adulto. Gli adulti hanno colto l’opportunità di approfondire nei gruppi le tensioni vissute, i dubbi e le preoccupazioni, come pure l’esplorazione condivisa delle risorse attivabili. La riflessione condivisa sugli obiettivi prioritari da perseguire e sulle azioni possibili mostra come già nei gruppi si sia innescato un processo virtuoso di attivazione sulle criticità e di autoconsapevolezza rispetto ai limiti e alle condizioni da superare per poter avere un diverso rapporto con i giovani. Al contempo, le ricorrenti permanenze sull’isola dei mediatori ha permesso di sperimentare direttamente quella che probabilmente è la criticità “ordinaria” della comunità lampedusana, vale a dire la volatilità dei legami sociali nell’isola e la conseguente difficoltà ad agire in maniera culturale efficace sul sistema. Le frequenti discontinuità mettano la comunità continuamente di fronte la necessità di trovare equilibri sempre diversi, e la espone all’esasperazione dell’individualismo fino a diventare isolamento - e ad una diffusa incapacità ad identificarsi in una comunità coesa e che abbia un “senso” e un bene comune condiviso, che si intreccia tuttavia con piccoli gruppi di “resistenza civile e culturale” che, con le loro iniziative, danno respiro alla quotidianità. La sperimentazione di uno spazio di dialogo e di riflessione rispetto ai rapporti intergenerazionali che ha caratterizzato la prima parte del progetto, ha incontrato limiti contingenti che hanno mostrato la necessità di un intervento di periodo molto più lungo e caratterizzato da una continuità di relazione tra operatori e destinatari, che permettesse ai primi di “entrare” nella comunità. Accanto alla necessità di continuità, si è registrato fin dall’inizio un forte bisogno di formazione e di sensibilizzazione del mondo degli adulti rispetto alla gestione di relazioni di comunità, che ha costituito quindi la domanda a cui si è provato a dare risposta. Leggendo il bisogno registrato di uno spazio di sperimentazione e di apprendimento di modalità comunicative e di relazione più efficaci, si è scelto di proporre come risposta al bisogno stesso, un percorso di formazione alla mediazione, valorizzando così la versatilità dello strumento mediazione, che permette di lavorare nel corso di una formazione sulle relazioni critiche e dunque agire una dinamica costruttiva di apertura, di confronto e di partecipazione.