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MARIA SOFIA DI FEDE

L’invenzione della cattedrale: intereventi di restauro nella prima metà del Novecento

Abstract

Nella sua monumentale opera storica dedicata alla Chiesa agrigentina, Domenico De Gregorio introduce il capitolo sulle vicende della cattedrale nel XX secolo con queste parole: «La più bella delle realizzazioni dell’episcopato di mons. Lagumina fu il restauro, o meglio, quasi la resurrezione, nelle forme primitive, della cattedrale che egli, con lungo, faticoso e dispendioso impegno, riuscì a riportare, in gran parte e dove possibile, alle linee originali, cancellate dai lavori eseguiti nei secoli antecedenti». Sono parole che permettono di individuare soprattutto due aspetti della vicenda: il primo è l’indiscusso consenso che tali interventi hanno mantenuto, durante tutto il Novecento, nell’opinione generale; il secondo è che si trattò non di un episodio circoscritto ma di una vicenda lunga e complessa, che attraversò, quasi per intero, l’episcopato di Bartolomeo Lagumina (1898-1931). Nel saggio si chiariscono la genesi della vicenda e le motivazioni che portarono i protagonisti di tale iniziativa, il vescovo Lagunima e l'architetto Giuseppe Valenti, ad operare una "restauro" assolutamente radicale della cattedrale; tale dettagliata ricostruzione è stata consentita dalla ricca documentazione rinvenuta presso l'Archivio Centrale dello Stato di Roma.