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GIUSEPPE DI CHIARA

Traffico di migranti via mare, poteri di polizia nelle azioni di contrasto e tutela della dignità della persona

Abstract

Di “stanchezza della catastrofe” ha di recente parlato Zygmund Bauman, a proposito dello stratificarsi parossistico delle tragedie del mare sulle rotte dell’immigrazione irregolare. Il fenomeno frastagliato del traffico di esseri umani via mare ha evidenziato lo stratificarsi di strategie criminali il cui hardware è costituito da una nave madre, armata dall’organizzazione dedita al traffico e deputata a incrociare in mare aperto, e da una flotta proteiforme di imbarcazioni di appoggio, che assicurano i trasbordi dei migranti entrando in acque territoriali. Il rischio che la navigazione della nave madre nelle sole acque internazionali possa virtualmente vanificare l’esercizio efficiente della giurisdizione dello Stato di sbarco può essere scongiurato valorizzando il modulo strategico della presenza costruttiva, che fa leva su congegni regolati dalla Convenzione di Montego Bay sul diritto del mare; le “linee guida alto mare” della Direzione nazionale antimafia (2014) offrono, in tal senso, un contributo di straordinario rilievo.