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GIUSEPPE DI BENEDETTO

L'allestimento museale di Carlo Scarpa

Abstract

Palazzo Abatellis e Carlo Scarpa costituiscono, oggi, un binomio davvero inscindibile; un binomio che spesso si affianca o addirittura si sostituisce a quello Carnalivari-Abatellis. In effetti, l’intervento di Carlo Scarpa ha costituito una sorta di palingenesi per l’edificio. Un edificio, come è noto, ferito gravemente dalla furia distruttrice della seconda guerra mondiale e che, grazie al suggello progettuale di Scarpa, è nato, ormai cinquant’anni or sono, a nuova vita, dopo quella conferita alla fine del Quattrocento dal suo primi- genio artefice: Matteo Carnilivari. La complessa vicenda edilizia del palazzo, sin dalla sua fondazione, appare tuttavia meno travagliata rispetto a quella di tante altre auliche e avite di- more della città. Il precoce passaggio, per volontà testamentaria dello stesso fondatore, al monastero della Pietà, in certo qual modo, aveva impedito pesanti manomissioni o adeguamenti stilistici. La narrazione museale di Palazzo Abatellis, infatti, è fatta sostanzialmente di lunghe pause e di soluzioni di continuità, ma anche di una complessiva rarefazione. Rarefazione dello spazio architettonico, rarefazione delle opere esposte, accurata- mente selezionate e ridotte ad un numero essenziale ma estremamente significativo. Per seguire il percorso costruito da Scarpa per Palazzo Abatellis utilizzeremo, innanzitutto, le piante da lui stesso disegnate e pubblicate nel 1955. Documento eccezionale, dove l’autore, come sua abitudine, annota le usuali chiose che servono a fissare le intenzioni progettuali.