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GIULIA DE SPUCHES

Confin(at)i Mediterranei e Afroamericani. Una performance geografica sulla disumanizzazione

Abstract

Studiare la questione mediterranea soltanto dentro le aule universitarie non ci permette di restituire una realtà sfaccettata che viene proposta all’opinione pubblica con un’unica parola d’ordine: invasione. La performance E l’Europa disumanizzò se stessa mi ha permesso di presentare la storia di schiavi e fuggitivi per un’audience più vasta. Incentrata sul libro di Toni Morrison, Beloved, rimbalza tra gli effetti delle storie dell’Atlantico Nero e quelli dell’odierno Mediterraneo. Il saggio si propone di tracciare alcune direzioni che possano aiutare a indagare le diverse linee di confine che segnano la rugosità della modernità del nostro globo. Per fare questo, si prova a rispondere a tre questioni fondamentali: possiamo parlare di uno spazio politico nazionale che tenga conto dei diritti universali? Conseguentemente, possiamo parlare di etica quando analizziamo le migrazioni? E infine, possiamo parlare di migrazioni come termine mantello?