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ALESSANDRA DINO

Frammenti di biografie plurali

Abstract

Ritorno a Palermo dopo tredici anni trascorsi in Umbria. Anni importanti in cui ho frequentato l’università laureandomi in filosofia e conseguendo un dottorato di ricerca; indagando sui temi del disagio psichico e della crisi della presenza in De Martino; sotto la guida di Tullio Seppilli, che di De Martino era stato allievo e il cui rigore nella ricerca è stato per me un esempio indimenticabile. Scappata a diciotto anni da una terra che mi aveva schiacciata con la sua violenza. In primo luogo sul versante privato. Una gelida brutalità di cui – quando sono andata via, determinata a non tornare – non percepivo fino in fondo i risvolti sul piano politico e della limitazione degli spazi fisici di libertà; non avvertivo la sua capacità di contagiare tutto ciò che toccava con la sua ibrida ambiguità.Ritorno quasi per forza. In un momento di difficoltà lavorativa per concorrere all’assegnazione di una borsa di studio post dottorato e continuare a seguire la mia passione di sempre, la ricerca universitaria. Come vivere questa contraddizione? Come non “contaminare”, inquadrandola dentro la cornice di una promessa non mantenuta, la mia “nuova” vita in Sicilia? Il disagio e il senso di estraneità provati nel mettere su casa mi fanno comprendere quanto fosse stato ingenuo pensare che i mille chilometri che separano Palermo da Perugia riuscissero a farmi “prendere le distanze” da qualcosa che mi aveva toccato nel profondo, penetrandomi dentro la carne.Gioco la carta della “straniera” e guardo – come fosse la prima volta – i luoghi dentro cui ero cresciuta. Mi impongo – tranne per quel che riguarda le più strette relazioni parentali – di non frequentare nessuna delle persone che mi erano state vicine nella mia precedente vita a Palermo. Ma ogni sforzo di distanziamento risuona (prima inconsapevolmente e poi, via via, con sempre maggiore chiarezza) come il sintomo di un legame che, nel tempo, è divenuto sempre più forte. Un legame che rischia di trasformarsi in un cappio se non avrò la determinazione di allentarne le maglie; se non avrò il coraggio di guardare, seppur attraverso lo specchio, lo sguardo pietrificante della Medusa.