Skip to main content
Passa alla visualizzazione normale.

ALESSANDRA DINO

Le stragi, Cosa nostra e la forbice sociale

Abstract

Oltre che per la sua soggettività politica, Cosa Nostra si è distinta nel tempo per la sua complessa pervasività sistemica, per la sua capacità di sfruttare le “intersezioni” tra dimensioni criminali e economia legale e per la duttile capacità di adattamento ai “vincoli di contesto” che, via via, le si sono presentati. Per comprenderne, quindi, l’attuale configurazione, occorre partire da tale complessità, senza appiattirne la storia in una “notte nera” dove “tutte le mafie sono uguali”, ma valorizzando le sue dimensioni identitarie, radicate su fatti, eventi e intersezioni assolutamente unici. Limitando l’attenzione all’ultimo trentennio, punto di osservazione privilegiato sono le stragi degli anni ‘90, le cui vicende vanno studiate non solo per la brutale violenza che le ha contraddistinte (in continuità con una violentissima guerra di mafia preceduta e seguita da una sfilza di “delitti eccellenti”), ma per la loro difformità rispetto alle “normali” logiche mafiose.