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ALESSANDRA DINO

Le “verità” del racconto. Riflessioni epistemologiche sulla ricerca nei contesti di mafia

Abstract

Il saggio affronta alcune questioni metodologiche relative all’uso delle storie di vita e del racconto biografico in contesti di ricerca sulla criminalità organizzata mafiosa. Partendo dalle testimonianze di uomini e donne appartenenti al mondo di Cosa Nostra (raccolte in un ampio arco temporale), si sofferma su una complessa esperienza di studio: l’ascolto del racconto di vita di Gaspare Spatuzza, tra l’ottobre del 2012 e l’ottobre del 2013, in un carcere in località protetta. In questo scenario analitico, si colloca l’interrogativo su come posizionare il “discorso” sulle mafie all’interno di “spazi simbolici” nei quali si fonda l’epistemologia del racconto. Una narrazione che interroga (da un punto di vista del metodo) il senso del raccontare, ancorandosi su “logiche combinatorie”. La difficoltà di posizionamento, la dimensione contaminata del racconto, il “groviglio performativo” generatosi dall’incontro in una zona di confine sono posti al centro dell’analisi. Ed è l’intricata ambivalenza delle figure che si muovono dentro le geografie delle mafie a chiedere al ricercatore la messa a punto di categorie analitiche, metodi di osservazione e criteri di definizione della “verità” che pongono a confronto con “opacità epistemiche” più che con solide certezze. Emerge così come ambivalenza e contaminazione siano tratti caratteristici di questo tipo di ricerche; elementi sperimentati in tutte situazioni di immersione nel contesto mafioso: “condizioni”, dunque, con cui fare, ogni volta, metodologicamente i conti.