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ALESSANDRA DINO

Waiting for a new leader: Eras and transitions in Cosa Nostra

Abstract

Partendo dal controverso dibattito che negli ultimi anni ha visto in Italia – soprattutto i mezzi di comunicazione di massa e le agenzie investigative – disputare sullo “stato di salute” delle organizzazioni criminali mafiose, quasi a volerne stilare una discutibile classifica di offensività e di pericolosità, il capitolo si interroga sull’attuale e delicata fase attraversata da Cosa Nostra, facendo ricorso a una prospettiva analitica multiproblematica e multidisciplinare (rielaborando il cosiddetto paradigma della complessità proposto da Umberto Santino alla luce dei più recenti studi e delle nuove prospettive analitiche emerse) e dando conto delle numerose ricerche (oggi spesso orientate sul versante delle relazioni esterne, e dei network criminali) e delle tante pubblicazioni (di diverso pregio e scientificità) esitate sul tema. Procedendo su un binario parallelo – che affianca, secondo una prospettiva di reciproco condizionamento e di riflessività (cfr. Sciarrone, Santoro, Dino, Catanzaro, etc …), l’iter degli studi con l’evoluzione del fenomeno studiato – si ripercorreranno in sintesi le tappe più significative della storia di Cosa Nostra negli ultimi 30 anni; quando – dopo la feroce e sanguinaria seconda guerra di mafia, la leadership di Salvatore Riina si afferma imponendo un nuovo modello organizzativo, una nuova strategia criminale, nuove tipologie di alleanze con i “referenti esterni” e un nuovo modello identitario per l’organizzazione. Uno snodo critico è individuato nella strategia stragista del biennio 1992-1994, quando Cosa Nostra sembra “inspiegabilmente” alzare il tiro e sfidare le istituzioni statali attraverso azioni criminali che solo parzialmente appaiono “coerenti” con la sua tradizionale “vocazione criminale”. I misteri, i depistaggi, le strane presenze esterne mai del tutto identificate, le trattative e gli accordi segreti oltre a costituire un terreno ancora aperto di indagine, pesano fortemente sul presente dell’organizzazione che non ha ancora definito la sua partita con gli interlocutori istituzionali e che rivendica “promesse non mantenute”, potendo contare su una notevole solidità economica e sui gravi segreti di cui è depositaria. Basandosi sulle più recenti indagini, sui documenti investigativi relativi a casi significativi oltre che sugli studi scientifici che testimoniano una vitalità immutata sul versante del controllo del territorio e rapporto con il mondo della politica, del riciclaggio e delle relazioni internazionali la parte conclusiva del capitolo metterà in luce difficoltà e incerte prospettive di un’organizzazione – che dopo la fase di “normalizzazione” gestita da Bernardo Provenzano – accusa oggi una seria crisi di leadership che si riflette su una strategia di “attesa” in un quadro evolutivo non chiaro e aperto a diversi possibili sviluppi.