Salta al contenuto principale
Passa alla visualizzazione normale.

VIRGILIO CALECA

Studio del controllo di Bactrocera oleae, di funghi agenti filloptosi e carpoptosi anticipata nell’olivicoltura da mensa e da olio in Sicilia.

  • Autori: Caleca, V; Rizzo, R; Saiano, F; Torta, L; Burruano, S; Conigliaro, G; Lo Piccolo, S
  • Anno di pubblicazione: 2010
  • Tipologia: eedings
  • Parole Chiave: Olivo, mosca delle olive, agricoltura biologica
  • OA Link: http://hdl.handle.net/10447/59709

Abstract

Abstract STUDY ON THE CONTROL OF BACTROCERA OLEAE AND FUNGI INDUCING EARLY LEAF AND FRUIT DROP IN OLIVE GROWING FOR TABLE OLIVES AND OIL PRODUCTION IN SICILY. Susceptibility of olive cultivars to olive fruit fly, damage thresholds, sampling methods, effectiveness of products deterring olive fruit fly oviposition, foliar chlorosis and withering of branches have been investigated. Riassunto Tra le cultivar saggiate (16 siciliane e 6 estere) esiste un ampio gradiente nella suscettibilità agli attacchi di B. oleae, andando dalle più suscettibili Nocellara del Belice, Giarraffa, Cerasuola alle meno preferite; tra queste ultime vi sono cultivar con caratteristiche peculiari diversificate: Nocellara messinese (tardiva a drupa grande), Minuta (precoce a drupa piccola), Moresca (precoce a drupa media), Picholine (tardiva a drupa media). Il colore verde è chiaramente preferito dalla mosca delle olive, mentre altre caratteristiche fisiche e chimiche indagate quali dimensione della drupa, coefficiente di sfericità, contenuto in acqua, olio e oleuropeina non hanno evidenziato correlazioni statisticamente significative con il livello d’infestazione. La analisi effettuate sulla qualità degli oli evidenziano un’assenza di correlazione statisticamente significativa tra questa ed il livello d’infestazione raggiunto alla raccolta, sia essa totale o dannosa, mentre tale correlazione è stata registrata nei confronti dell’infestazione dannosa media registrata nei due mesi precedenti la raccolta. Per le olive da mensa la convinzione diffusa che le semplici punture di ovideposizione compromettano l’estetica delle olive trasformate viene smentita dai risultati delle indagini svolte; i segni di tali punture dopo la trasformazione sono poco o per nulla visibili ad occhio nudo. Difatti la soglia di dannosità adottata dagli operatori della trasformazione non tiene conto delle punture, ma delle larve di III età, delle loro gallerie, e ancora di più dei fori d’uscita. I due metodi semplificati di misurazione dell’infestazione della mosca delle olive provati appaiono entrambi idonei all’individuazione delle soglie d’intervento e facilmente applicabili dagli olivicoltori, anche se il metodo che ricorre all’uso della lente contafili e del coltello da innesto fornisce valori più precisi e quasi identici al campionamento che necessita dell’analisi al microscopio stereoscopico. Tra i prodotti repellenti e antiovideponenti saggiati, il caolino e l’idrossido di rame si sono dimostrati così efficaci, e privi di effetti negativi su olio e olive da mensa, da poter suggerire un loro utilizzo sia nell’olivicoltura biologica che in quella convenzionale. I risultati dello studio sui funghi agenti di filloptosi e carpoptosi anticipata inducono a ipotizzare una scarsa interazione tra i microrganismi fungini isolati (Alternaria, Cladosporium, Phoma, Rhizoctonia) e le alterazioni osservate.