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TIZIANA CAMPISI

Building the space: vaults’ geometry and stereotomy. Materials and architectural technologies in the Mediterranean area

Abstract

Costruire una volta ha sempre nei secoli rappresentato un’arte pratica che si nutriva del contributo di chi operava in cantiere: indispensabile risultava la tecnica, il sapiente taglio della pietra e l’opportuna collocazione della stessa nel gioco statico dell’organismo murario. Un sapere tecnico, questo, che combinava l’estetica con la organizzazione strutturale della fabbrica costruenda; l’esperienza pratica aveva dettato a muratori e scalpellini i precetti in merito ai differenti compiti organizzativi e alle relative gerarchie degli esecutori dell’opera edilizia, all’attrezzature e alle macchine da cantiere, agli utensili e alle lavorazioni da usare, incentivando una spiccata attitudine al disegno (di architettura in genere, di figura e di ornato in dettaglio), unico ed efficace strumento di comunicazione. In area mediterranea per l’edilizia che definiremmo “diffusa” o “di base” si operavano scelte di comodo, dettate dal senso pratico di economia e sfruttamento delle risorse locali disponibili, mentre per l’edilizia di pregio – monumentale o specialisitica- l’estro creativo e la dimestichezza con le strutture che avevano i tecnici sceglievano geometrie e modalità costruttive anche sperimentali e originali; in entrambi i casi, questa dicotomia rappresenta una ricchezza e un valore aggiunto, nei secoli mai venuti meno.