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TIZIANA CAMPISI

Terme e Bagni di Sicilia : caratteri di un'architettura specialistica

Abstract

La storia e le vicende degli stabilimenti termali isolani individuano elementi di originalità e specificità del tipo edilizio rispetto ad altre “architetture per il bagno”. Le terme si confrontano con tanti altri edifici che nel corso dei secoli hanno dovuto rapportarsi con il tema dell’acqua: stabilimenti di cura, elio-idroterapici, bagni collettivi e lavatoi pubblici: emerge un quadro in cui esse non sfigurano, anzi, appaiono il cuore di molteplici attività pulsanti, un esempio da imitare e con cui relazionarsi. Il racconto prende avvio dalle sorgenti e dai primordiali modi di effettuare le abluzioni, dall’analisi delle fabbriche di epoca romana ed araba, permanenze queste non solo archeologiche, ma talvolta nuclei fondativi dei nuovi stabilimenti sorti proprio sulle loro rovine. Una capillare ricerca bibliografica e archivistica ha consentito di reperire inedite informazioni documentarie e iconografiche utili a ricostruire la storia dei poli termali siciliani, il loro iter progettuale e le vicende costruttive più rappresentative: anche per il contesto siciliano si ravvisa una grande ricchezza di soluzioni adottate, l’estro creativo e la padronanza tecnica di capaci architetti ed ingegneri che seppero ora costruire, ora ampliare e migliorare le strutture esistenti. Illuminati sovrani, amministrazioni comunali, provinciali presero a ben volere l’architettura termale e molto si spesero per la promozione e lo sviluppo di questa, con l’investimento di ingenti risorse economiche, la emanazione di normative di settore, l’istituzione di presidi di vigilanza e controllo. Il cantiere delle fabbriche destinate alle cure idroterapiche scandisce nel corso dei secoli l’evoluzione dei sistemi costruttivi ed impiantistici, aspetti questi che hanno permesso agli edifici di essere sempre al passo con i tempi, “moderni” ed efficienti, anche appetibili nei confronti della utenza che li sceglieva. Gli stabilimenti e con essi intere “città di cura” rappresentarono poli di attrazione per il fruitore, che spesso li sceglieva non solo per le benefiche acque, ma anche per il confortevole soggiorno in giardini e parchi, che si avvalevano anche di complementari dotazioni nonché di attrezzature ludiche e di svago; i caratteri estetico-ornamentali degli spazi più rappresentativi rivestivano in quest’ottica un fondamentale ruolo per incrementare l’appetibilità dei siti. Il passato si confronta con lo stato attuale, individuando quegli aspetti che fanno oggi delle terme un elemento di punta e di qualità, sia a livello turistico che di terapia medica, veri e propri fiori all’occhiello della wellness isolana. Storia della costruzione, legislazione, impiantistica e decorazione tratteggiano un quadro d’insieme utile alla conoscenza di ciò che era e rimane delle strutture antiche, sottoponendo allo studioso e al tecnico, ma anche ai numerosi turisti ed avventori variegati aspetti degni di interesse, non ultimo quello attinente agli interventi di adeguamento e alle modalità di fruizione, strettamente legati al tema della valorizzazione del paesaggio, che tanto impreziosisce la nostra isola. Veri e propri “frammenti” di Architettura e Tecnica, le terme siciliane rappresentano da sole microcosmi capaci di autonomia e sussistenza; viste nell’insieme, esse però costituiscono un sistema integrato, una “rete” capace di stabilire forti relazioni di interdipendenza, per la versatilità che esse offrono di collaborare all’unisono alla riqualificazione del territorio e alla ricchezza dell’offerta curativa. I frammenti, in tal senso, si ricompongono e restituiscono la visione dell’intero, la completezza del tutto, il prodigio della risorsa termale siciliana, quei caratteri di architettura specialistica che ci si propone di descrivere e raccontare.