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TERESA CILONA

Agrigento: ipotesi di riqualificazione

Abstract

Dalla “polis” greca all’“urbs” romana, dalla città medievale a quella rinascimentale o, ancora, dalla città borghese capitalista a quella operaia, i centri urbani hanno subito, nel corso della storia, profonde trasformazioni, non sempre positive. Si tratta, a volte, del frutto di un’inefficace pianificazione, dell’assenza di controllo e di una crescita disordinata, pur in presenza di una significativa mole di strumenti attuativi, norme e leggi urbanistiche di riferimento. Nelle città, da sempre, è rilevantissimo il ruolo dello spazio pubblico inteso come luogo d’incontri e scambi commerciali, sul quale si affacciano gli edifici pubblici principali, quali il palazzo del governo cittadino, il tribunale, il mercato, la chiesa. In molti comuni italiani, soprattutto in quelli meridionali, gran parte di queste aree pubbliche versano in stato di degrado e abbandono, necessitano di urgenti e consistenti interventi di riqualificazione, al fine di assicurare una migliore qualità della vita e un maggiore benessere dei cittadini. Da qui l’esigenza di promuovere una cultura urbanistica che collochi il progetto urbano quale opportunità di valorizzare il patrimonio paesaggistico locale e nel quale gli spazi pubblici e le aree a verde diventino centrali per il tempo libero, lo svago e la socializzazione, favorendo la crescita civile e culturale, contribuendo al miglioramento della salute psico-fisica e della vita degli abitanti.