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MAURIZIO CARTA

Governare l'urbanistica, progettare la governance

Abstract

Ho sempre creduto che l’urbanistica che voglia agire efficacemente nel dominio collettivo e produrre esiti sulla qualità della vita, sull’equilibrio delle libertà e sulla promozione della felicità delle comunità debba essere in grado di interpretare le nuove domande sociali nel loro plurale dispiegarsi, per progettare e guidare una città delle identità e delle opportunità nell’alleanza tra le qualità territoriali e le idee e aspirazioni dei suoi abitanti (cfr. Carta, 2009). I valori etici della collettività diventano centrali per la pianificazione, non solo perché sono il luogo nel quale società e urbanistica si legano in modo più esplicito e forte, ma perché sempre di più sono strumenti della costruzione della città. Il diritto alla città di Lefebvriana memoria come impegno a “cambiare noi stessi cambiando l’aspetto delle nostre metropoli” si traduce ogni giorno di più nella sfida compartecipativa nella organizzazione dello spazio collettivo – non più solo pubblico – proponendo all’urbanistica nuovi obiettivi legati al mutamento di una società sempre più protagonista che voglia passare dall’attivismo alla cooperazione, dall’uso alla co-progettazione dei luoghi dell’abitare. Sono questa dimensione etica e conseguente sfida culturale che hanno accompagnato la mia esperienza di Assessore tecnico al Comune di Palermo. Un’esperienza complessa e intensa che mi ha consentito di verificare le convinzioni di una urbanistica come “riflessione in azione”, capace di agire ridefinendo i parametri interpretativi, di guidare le trasformazioni migliorando le diagnosi e di concretizzare gli esiti innovando gli strumenti: un sabbatico sul campo del governo dell’urbanistica che mi ha permesso anche di riprogettare la governance urbana.