Salta al contenuto principale
Passa alla visualizzazione normale.

MARINA CALOGERA CASTIGLIONE

TRA ACQUA E TERRA, TRA CULTURA ALTA E RACCONTO POPOLARE: I NOMI DELLA TRILOGIA DELLE METAMORFOSI DI ANDREA CAMILLERI

Abstract

La dimensione onomastica della cosiddetta “Trilogia fantastica” di Andrea Camilleri è costituita da un misto di evocazioni mitologiche, di residui leggendari, di storie popolari raccontate alla fiamma serale, dove il reale incontra il favolistico. Maruzza Musumeci (2007), Il casellante (2008), Il sonaglio (2009), la raccolta di romanzi nota come «trilogia delle metamorfosi» per definizione dello stesso Camilleri, rappresenta una sorta di diversivo consapevole rispetto alle altre scelte di genere. Qui le scelte onomastiche si fanno voce di contesti narrativi in cui la storia e la cronaca trascendono verso memorie astratte e simboliche, vere perché nutrite di evocazioni poetiche. Donne-sirene, donne-albero, donne-capre, in ogni caso donne che per amore modificano la propria natura e che realizzano in una zona d’ombra, al confine tra vita e morte, tra acqua e terra, una trasformazione necessaria. Come si dimostrerà nel contributo, gran parte dei nomi scelti dall’autore sono trasparenti e leggibili nella filigrana di rimandi letterari o popolari (a volte entrambi): elementi attinti dal mondo arcaico, dalle narrazioni fantastiche e da quel quotidiano popolare che contrassegnava la vita di una Sicilia tradizionale. E, a volte, i nomi non sono ciò che sembrano.