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MARINA CALOGERA CASTIGLIONE

Giuseppe Pitrè e l'area nissena

Abstract

La provincia di Caltanissetta, durante le campagne di raccolta avviate da Giuseppe Pitrè per la documentazione delle tradizioni popolari siciliane, si presentava assai più estesa dell’attuale. Occorre infatti attendere il 1927 perché l’allora centro di Castrogiovanni – che da quel momento riassunse il nome antico di Enna – venisse eletto capoluogo di provincia assorbendo parte dei centri del suo comprensorio dalla vicina Caltanissetta e da Catania. Non stupisce, pertanto, che nel vol. XX della Biblioteca (Indovinelli, dubbi, scioglilingua del popolo siciliano) insieme alla stessa Caltanissetta e ai centri di Marianopoli, Mussomeli, S. Cataldo e Vallelunga, vengano compresi anche Barrafranca, Piazza Armerina, Villarosa, oggi esterni al suo comprensorio provinciale. Nel volume XIX, dedicato alla medicina popolare si aggiunge anche il comune di Pietraperzia. La stessa Castrogiovanni è, insieme a Caltanissetta e San Cataldo, rappresentativa dell’area nissena nei volumi dedicati ai canti popolari siciliani. Tra tutti i dialetti dell’area, Pitrè considera quello di San Cataldo più aspro, tanto che le fiabe raccolte nel centro nisseno vengono integralmente tradotte «a risparmio di frequenti note». Se da un lato le valutazioni dialettologiche circa i dialetti della Sicilia centrale sono corrette e ancora oggi ravvisabili nelle indagini sul campo, in alcuni casi, però, sorgono legittimi dubbi sulla qualità della trascrizione fornita dal demologo palermitano.