Salta al contenuto principale
Passa alla visualizzazione normale.

MARINA CALOGERA CASTIGLIONE

Un lessico settoriale estinto: la lingua solfaresca nelle scritture

Abstract

Le voci di questo lessico di fine Ottocento, ormai spento negli usi concreti e persino dei ricordi degli ultimi zolfarai, è rinvenibile – relativamente ai testi scritti – nelle raccolte folkloriche di canti di miniera, nelle testimonianze diaristiche di tre donne straniere (Chapman, Hamilton-Caico; White Mario), in testi socio-economici, nei registri e verbali tecnici, in qualche testo letterario (Pier Maria Rosso di San Secondo, Luigi Pirandello, Alessio Di Giovanni, Giuseppe Giusti Sinopoli, Andrea Camilleri, Angelo Petix). Nell'articolo ci si concentra sul trattamento fonetico e morfologico di alcune voci, a partire dalle diverse tipologie di testo. In particolare sulle voci carusu (trasportatore a spalla), fumu (anidride solforosa), scaluni ruttu (tecnica di costruzione delle scale del sottosuolo), vucca/buca (ingresso nelle gallerie), carcaruna (forni), piancrinatu (piano inclinato).