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DELIA FRANCESCA CHILLURA MARTINO

Metodi non distruttivi per la diagnosi dei Beni Culturali

  • Autori: Chillura Martino, DF
  • Anno di pubblicazione: 2013
  • Tipologia: eedings
  • Parole Chiave: XRF, ceramiche, diagnostica non distruttiva
  • OA Link: http://hdl.handle.net/10447/96933

Abstract

La conoscenza dei materiali, in termini di composizione, di morfologia e di struttura, costituenti manufatti di varia natura è, oggi, di grande importanza in vari settori scientifici e tecnologici. La comprensione dei processi che possiamo, genericamente, raggruppare secondo la definizione “interazione radiazione-materia” ha portato allo sviluppo di una serie di tecniche di caratterizzazione spettroscopica e strutturale della materia che trovano applicazione nello studio di materiali dai più nuovi e innovativi a quelli archeologici. Negli ultimi decenni, l’approfondimento delle problematiche legate alla comprensione dei processi di sviluppo delle conoscenze ha promosso un connubio sempre più stretto tra gli studi archeologici e quelli scientifici. Gli studi interdisciplinari si sono sviluppati così tanto da coniare il termine archeometria per descriverli. In questo contributo, viene introdotta la spettrofotometria di emissione di fluorescenza. Nell’ambito delle sue applicazioni, viene proposta una panoramica di specifici casi studio in ambito archeometrico. In particolare, sono presentati i risultati ottenuti da ceramiche tricromiche neolitiche siciliane e da intonaci dipinti dalla Catacomba di Villagrazia di Carini. Viene discusso come l’utilizzo sinergico di tale tecnica spettroscopica e di tecniche di indagine strutturale e morfologica quali la diffrazione di raggi-X e le microscopie ottica e elettronica contribuisca a meglio definire il livello di conoscenza su tali reperti. Le informazioni ottenute sono di ausilio all’archeologo al fine di stabilire il livello di tecnologia acquisito da popolazioni antiche.