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ALESSANDRA CARRUBBA

Prove di pacciamatura con materiali organici su Origano (Origanum heracleoticum L.)

Abstract

La coltivazione delle piante aromatiche e medicinali, particolarmente quando condotta con i metodi dell’agricoltura biologica, si configura oggi come una possibilità di estremo interesse per il rilancio produttivo di numerose aree interne a rischio di marginalizzazione. Tuttavia, ancora numerosi sono gli aspetti da mettere a punto riguardo all’inserimento delle p.o. negli ordinamenti colturali italiani e siciliani in particolare, ed essi riguardano soprattutto interventi tecnici volti all’abbassamento del rapporto costo/ricavo. la messa a punto per queste dell’agrotecnica più opportuna, in grado contemporaneamente di: a. consentire l’ottenimento di rese ottimali, sia sul piano della quantità che della qualità b. permettere la massima efficienza nell’uso delle risorse produttive. Numerosi aspetti dell’agrotecnica attendono di essere messi a punto, e tra questi la gestione delle infestanti appare di importanza prioritaria. A tale scopo, nelle annate agrarie 2002/03 e 2003/04 è stata effettuata una prova di gestione delle infestanti mediante la distribuzione di materiale pacciamante organico. La prova, eseguita su un campo di Origano già impiantato in agro di Sparacia (Cammarata – AG), ha avuto l’obiettivo di valutare l’efficacia nel controllo delle infestanti di due diverse tipologie di materiale pacciamante (aghi di pino e paglia di frumento; tesi 1 e 2), confrontate con un controllo sottoposto a scerbatura manuale (tesi 3) ed un controllo non diserbato (tesi 4). A tal fine, dopo la raccolta del secondo anno (eseguita il 18 giugno 2002), i diversi materiali pacciamanti sono stati distribuiti nelle interfile, in modo che ogni tesi comprendesse almeno 7 file di piante (distanza tra le file: 0.5 m; lunghezza delle file: 15 m). Nel periodo successivo la coltura è stata monitorata settimanalmente per verificare l’accrescimento delle piantine dopo il riposo vegetativo; in due momenti successivi (fine di aprile e fine di maggio), nelle diverse tesi è stata misurata la biomassa delle infestanti, successivamente espressa in kg ha-1. Dai dati rilevati sembra possibile mettere in evidenza come il trattamento “tradizionale” (scerbatura manuale) consenta, rispetto alle due pacciamature sperimentate, un migliore controllo delle infestanti e quindi, nel complesso, migliori condizioni di crescita per le piante.