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ZAIRA BARONE

La cattedrale di San Nicolò a Noto e la sua ricostruzione

Abstract

Nel 1949 Cesare Brandi intraprende il suo itinerario in Italia, restituendo una lettura di Noto barocca in cui la città è descritta come una «scenografia solida» a cielo aperto. Una città che prende forma dalle idee progettuali degli architetti settecenteschi attraverso i rapporti e le sequenze scenografiche delle strade e degli imponenti edifici monumentali. La cattedrale, la scalinata e il suo prospetto si trovano al centro di questo sistema urbano che Brandi seguita a descrivere come «un piano semplice in apparenza, in realtà il più inatteso», sintetizzando in una sola frase la valenza fortemente urbana della ricostruzione settecentesca. L’esperienza di Noto rappresenta per l’architettura e per la conservazione dell’architettura un’opportunità culturale mancata, con l’aggravante dell’aggiunta di un sacrificio maggiore per quelle parti di struttura che, pur non avendo subìto la sorte del crollo, invece di essere consolidate e conservate sono state distrutte.