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ZAIRA BARONE

The coast of Altavilla Milicia east of Palermo.
Story of a forgotten coastal landscape between illegal building, architectural-landscape emergencies and the need for protection

  • Autori: Scaduto, Rosario; Barone, Zaira
  • Anno di pubblicazione: 2019
  • Tipologia: Contributo in atti di convegno pubblicato in volume
  • OA Link: http://hdl.handle.net/10447/385544

Abstract

La costa che va da Bagheria a Cefalù è caratterizzata dalla presenza di numerose costruzioni abusive che, in tantissimi casi sorgono sulla stessa battigia in dispregio a qualsiasi norma urbanistica. Questo fenomeno invasivo, in parte anche prodotto da piani regolatori urbanistici non curanti dei valori paesaggistici fortemente presenti in questa area, ha avuto inizio dagli anni settanta del Novecento, con la ricerca di seconde case per la residenza stagionale soprattutto da parte degli abitanti di Palermo. Guardando tutto il Golfo di Termini Imerese che comprende la costa prima indicata, abbiamo modo di osservare come, immerse e soffocate dall’edilizia contemporanea, emergono resti di architetture monumentali, come torri costiere, ponti, tonnare e chiese, di cui una, in particolare, sorge su un lieve rilievo vicino al centro di Altavilla Milicia. Trattasi dei resti della chiesa normanna di Santa Maria in Campogrosso, dal sito della quale è possibile godere uno straordinario panorama che abbraccia il golfo intero, ma anche gli antichi collegamenti viari che attraversano il territorio e che in parte ricalcano una stra consolare realizzata in epoca Classica. Il paesaggio indicato è anche formato dalle coltivazioni di agrumeti e oliveti sempre verdi, che crescono anche su ripidi terrazzamenti artificiali, costruiti nel corso dei secoli dal faticoso lavoro dell’uomo. Purtroppo si constata che tutte le preesistenze storico-architettoniche, sia di proprietà pubblica che privata, versano in deplorevole stato di abbandono. Questa condizione nasce dalla non conoscenza dei valori culturali che queste architetture invece posseggono, innanzi tutto da parte delle istituzioni e di conseguenza dei cittadini. Alla mancanza di conoscenza segue una negazione di valore e di conseguenza l’incremento dell’abbandono, trasformazione e deturpamento, fino alla completa distruzione di questo patrimonio. Con il presente saggio s’’intende non solo indagare le testimonianze architettoniche e il loro contesto ambientale, ma anche proporre un pervorso di rinnovamento e di messa in valore, attraverso la tutela e il restauro e la fruizione. La conoscenza resta lo strumento fondamentale per la comprensione e per il ritorno dell’interesse verso il paesaggio e le architetture storiche in esso contenuto, che nonostante tutto riescono ancora ad emozionarci.