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MARIO BARBAGALLO

MALATTIA OSSEA DI PAGET NELL’ANZIANO: UNA POSSIBILITÀ DIAGNOSTICA DA NON TRASCURARE

  • Autori: Costa, C.; Sgarito, C.; Schirò, P.; Taormina, G.; Cassataro, G.; Dominguez, L.; Barbagallo, M.
  • Anno di pubblicazione: 2017
  • Tipologia: Contributo in atti di convegno pubblicato in volume
  • OA Link: http://hdl.handle.net/10447/251358

Abstract

La malattia ossea di Paget è una delle principali alte-razioni del metabolismo scheletrico, seconda per frequenza solo all’osteoporosi. È caratterizzata da un di-sordine focale e progressivo del rimaneggiamento osseo, nel quale il tessuto osseo normale viene rimosso e sostituito con tessuto osseo patologico. La malattia è di solito diagnosticata in soggetti di età superiore ai 55 anni con una maggiore prevalenza nel sesso maschile. Sulla base di reperti autoptici, si è stimato che possa colpire fino al 4% dei soggetti di età superiore ai 50 anni e la probabilità che compaia aumenta con l’età con un’incidenza di circa il 10% nei soggetti molto anziani. I segni clinici vengono solitamente espressi tardivamente con l’insorgenza di deformità ossea accompagnata da dolore, osteoartrosi e fratture patologiche, manifestazioni sovrapponibili a patologie più comuni. Dal momento che tale patologia può svilupparsi per anni in maniera del tutto asintomatica, la diagnosi vie-ne posta frequentemente accidentalmente sulla base di un’immagine radiologica compatibile, eseguita per altre cause. Descriviamo il caso di un uomo di 75 anni, seguito presso l’ambulatorio di Geriatria dell’AOUP “Paolo Giaccone” di Palermo, giunto alla nostra osservazione per do-lori osteoarticolari diffusi.