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IGNAZIO BUTTITTA

Il diavolo, il turco, il giudeo. Rappresentazioni dell’«altro» nella cultura tradizionale siciliana

Abstract

Oggi forse più di ieri, la ricerca affannosa dell’identità sospinge verso la creazione «di un’alterità assoluta che incombe come un nemico minaccioso» (al-T. Labīb 2006: 29). E questa richiesta di identità collettiva si cimenta nel recupero, nella costruzione, talora nell’invenzione di memorie condivise, nella costruzione e ri-costruzione di un ipotetico passato comunemente vissuto che si fonda su eventi, reali o immaginari (e per questo non meno “veri”) considerati cruciali (Lewis 2000: 27). Il turcu niuru, o più semplicemente u turcu, figura archetipica dell’immaginario mitico-rituale, condensato «di ogni pregiudizio antiarabo e anti islamico» (Said 2001: 35) era e resta, a dispetto di ogni mutamento storico, di ogni riconsiderazione e ridefinizione del ruolo della cultura Occidentale, bianca e cristiana, un soggetto «contenuto e rappresentato da un sistema di categorie preesistenti» (Said 2001: 46) che lo propongono come straniero non solo alla comunità ma anche e soprattutto all’umanità (Fabietti 1994: 173), dunque un nemico, anzi il nemico.