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GIUSEPPE BAZAN

ARCHITETTURA E BOTANICA DEL SACRO CALVARIO DI GANGI (SICILIA)

  • Autori: RAIMONDO, L; BAZAN, G; MAZZOLA, P
  • Anno di pubblicazione: 2011
  • Tipologia: eedings
  • Parole Chiave: Architettura, botanica, giardino, calvario, Gangi
  • OA Link: http://hdl.handle.net/10447/65078

Abstract

Il Calvario, dal latino Golgota che indica il luogo della Crocifissione di Cristo, è una tipologia di monumento di culto della religione cristiana la cui genesi si fa risalire al Medioevo, epoca dei lunghi pellegrinaggi di fedeli che, per tale ragione, sentivano l’esigenza di creare luoghi sostitutivi che richiamassero le mete Sante, troppo lontane. In Italia e, in particolare, in Piemonte e in Lombardia, l’edificazione di questi complessi prese inizio a seguito del Concilio di Trento soprattutto sotto forma di Sacri Monti che, per l’appunto, ne costituiscono la principale espressione. In Sicilia, la tradizione dei “Calvari” venne introdotta nel XVIII secolo dai Gesuiti che generalmente li costruivano su un’altura o, in alternativa, in presenza di un pianoro, utilizzando il mezzo scenico della scalinata, sia per simboleggiare la “via dolorosa” percorsa dal Nazareno sia per assolvere alla funzione di collegamento tra il luogo Sacro e l’abitato limitrofo. Se è vero che ciascun calvario possiede una sua unicità costruttiva, i diversi casi in Sicilia sono accomunati dalla presenza di tre elementi fondamentali: l’albero di cipresso; l’isolamento; l’orientamento a Nord, Nord-Est (Lima, 1984). Il Sacro Calvario di Gangi (Palermo) la cui realizzazione risale al 1826, anno in cui pervenne nel luogo una delle Missioni gesuite, fu completato e rifinito tra il 1843 ed il 1858. Oggi, esso si trova nel centro storico del paese delle basse Madonie, nel quartiere della chiesa di S. Maria di Gesù, e rappresenta il fulcro delle celebrazioni della Settimana Santa. L’indagine architettonica ha dimostrato l’esistenza di una rigorosissima e “colta” geometria che sottende l’intero impianto, sia per ciò che concerne la componente “minerale”, sia per quella “vegetale”. Anche le misure richiamno significati simbolici tutti riconducibili al senso del Lutto, come dimostra il lotto rettangolare entro cui insiste il giardino che contiene 4 cerchi del diametro di 10 m, per una lunghezza complessiva di 40 m. Inoltre, si individua un altro cerchio che, in parte materializzato nell’edicola centrale, si sviluppa fino a comprendere la scala esterna e il cui centro è perfettamente coincidente con l’asse orizzontale del giardino. Il complesso si sviluppa su un’area di 570 mq. La cancellata in ferro battuto, che si sviluppa sulla linea ideale posta tra la zona di mediazione e il giardino, sancisce la divisione tra l’ambito “celeste” del giardino e l’ambito “terreno” della città vera e propria. Tutto l’impianto è racchiuso su tre lati da alte mura, a formare uno spazio isolato. I viali sono ripartiti simmetricamente in due settori dall’asse centrale della scala e si sviluppa su tre livelli. I percorsi del giardino sono, quindi, strutturati per la rappresentazione della Via Crucis che si conclude con l’edicola della Madonna Addolorata, luogo delle tre croci. Lima A.I., 1984. La dimensione sacrale del paesaggio: ambiente e architettura popolare di Sicilia. Palermo. Flaccovio, Palermo.