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GIUSEPPE BAZAN

The Harvesting Memories Project: Landscape Archaeology in the Castro/Giardinello Valley and Mt. Barraù (Corleone, Palermo)

  • Autori: Castrorao Barba, A; Rotolo, A; Marino, P; Vassallo, S; Bazan, G;
  • Anno di pubblicazione: 2018
  • Tipologia: Capitolo o Saggio (Capitolo o saggio)
  • OA Link: http://hdl.handle.net/10447/290595

Abstract

Il progetto Harvesting Memories è finalizzato allo studio delle interazioni tra dinamiche umane e fattori ecologici che nella lunga durata hanno contribuito alla formazione dei paesaggi rurali. L’area di studio è localizzata tra Corleone e Campofiorito (Palermo) nei pressi delle contrade Castro e Giardinello e lungo le pendici occidentali di Monte Barrù. Questo distretto dell’Alto Belice Corleonese ha rappresentato un asse di collegamento tra la costa meridionale della Sicilia e quella settentrionale fin all’epoca repubblicana con continuità anche nel Medioevo in cui è citato per la prima volta il toponimo Barraù/Barracù, dal nome arabo ra’s e ǧabal bū ‘r-raḫū, nella Jarida di Monreale del 1182. Le indagini archeologiche di superficie hanno confermato la lunga occupazione di questo territorio caratterizzato da siti datati tra eneolitico ed età del bronzo, una fattoria di età classica e una forte colonizzazione degli spazi rurali in epoca medievale (X-XII sec. d. C.) quando si configura la frequentazione presumibilmente coeva di una zona di fondovalle e di un pianoro sopraelevato (Contrada Casto) sotto le falde scoscese di Pizzo Castro/Rocche di Mezzogiorno. Allo stato attuale degli studi, questo tipo di unità rurali di epoca islamica e normanna non sono ben conosciute nella loro fisionomia materiale nella Sicilia occidentale, la loro comparsa in un’area poco o per nulla sfruttata nei secoli precedenti potrebbe indicare nelle nuove strategie di popolamento magari legate all’affermarsi di nuove pratiche agricole connesse ad un maggiore e sistematico sfruttamento delle numerose sorgenti d’acqua presenti a poca distanza dai siti. Il rinvenimento di anfore, ceramiche invetriate da mensa e vetri rappresenta un ulteriore elemento per caratterizzare la natura di questi siti come luoghi di produzione agricola inseriti comunque in reti commerciali tramite le quali avere accesso a merci provenienti dai centri maggiori limitrofi o le città costiere. Nella prospettiva di un approccio diacronico sono state mappate anche i resti di strutture murarie connesse ai recinti (mannare) e rifugi temporanei (pagghiari) relativi alle attività di pastorizia di epoca pre-industriale. La raccolta sul campo dei dati sul popolamento umano rappresenta la base per costruire una narrazione olistica delle dinamiche del paesaggio che includa il dialogo tra diverse fonti materiali e storiche e le caratteristiche ecosistemiche del territorio inteso come la risultante reciproca tra fattori ambientali e attività antropiche.