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GIULIA BONAFEDE

Cronache ZEN: la questione abitativa tra assenza di politiche pubbliche, pratiche dal basso ed arte della negoziazione.

Abstract

Come è noto, lo ZEN di Palermo rappresenta un caso acclarato ed esemplare delle problematiche delle periferie nelle aree urbane del Mezzogiorno. La condizione di grande povertà che caratterizza la comunità dello ZEN, costituita in prevalenza dal sottoproletariato urbano, nonché la condizione di precarietà determinata dalla mancanza di lavoro, dalla sicurezza della casa, dall’accesso all’istruzione e all’informazione determinano relazioni particolarmente complesse tra esclusione abitativa ed sociale (Tosi, 1994), che si riflettono nella configurazione dello spazio fisico. Alle storiche ragioni ed ai consolidati fenomeni che connotano questo quartiere di edilizia residenziale pubblica, negli ultimi anni si rileva un aggravarsi dei problemi, a fronte da un lato di una frammentata ma fertile pratica sociale dal basso operante nel territorio e dall’altro di una controversa attivazione di forme di pianificazione negoziata ad opera di imprenditori, locali e non. Il riaggravarsi della questione abitativa, anche in relazione alle (mancate) politiche di inclusione e di equo sviluppo delle città, è fenomeno in Italia oggi generalmente riconosciuto ed ampiamente documentato (Roma, 1994; Perin Cavallo, 2004; Caudo, 2007). Illustrando un caso limite (ma non unico nel panorama italiano) di tale fenomeno, il presente contributo intende analizzare la difficile integrazione delle politiche in atto e l’ambiguo rapporto pubblico-privato in un contesto ad alto livello di problematica complessità, urbanistica e sociale.